Perdere il 30% della pensione maturata e su cui una lavoratrice ha dedicato tutta la vita. Uno scenario triste questo, ma che si può facilmente materializzare se la lavoratrice sceglie di andare in pensione con Opzione Donna.
Senza voler fare allarmismo, sottolineando che molto cambia da caso a caso, l’allarme però non è azzardato. Bisogna prestare attenzione e soprattutto calcolare bene il da farsi. Anche perché una volta andate in pensione con Opzione Donna, le lavoratrici non possono ottenere una pensione più alta come invece si può fare per esempio, con l’APE sociale o con la Quota 103.
Opzione Donna conviene, ecco perché
Ripetiamo che da lavoratrice a lavoratrice cambia tutto. Perché molto dipende dal numero di anni di contributi versati, dall’età di uscita e dal numero di anni di contributi che ricadono prima o dopo il 1° gennaio 1996. Opzione donna nel 2024 consentirà di andare a riposo a:
- Invalide almeno al 74%;
- Caregivers che assistono un parente stretto invaldio grave con cui convivono, da almeno 6 mesi;
- Licenziate o assunte in aziende con tavoli di crisi avviati in sede ministeriale.
Per andare in pensione nel 2024 la data entro cui completare il doppio requisito anagrafico e contributivo è quella del 31 dicembre 2023. In pratica, bisogna arrivare a 61 anni di età e 35 anni di contributi entro la fine del 2023. In modo tale da poter andare in pensione nel 2024.
Attenta, ti tolgono il 30% della pensione se scegli di lasciare il lavoro prima
La pensione con Opzione Donna, come detto, è vantaggiosa dal punto di vista dell’età di uscita. Perché si anticipa rispetto ai 67 anni della pensione di vecchiaia. Ma è vantaggiosa anche come contributi, perché per esempio, le alternative della Quota 103 o della pensione anticipata per i precoci, prevedono 41 anni di versamenti. A 61 anni di età con 35 anni di contributi la soluzione è assolutamente allettante. Ma c’è la controindicazione di un ricalcolo contributivo della pensione che la taglia di molto.
Per essere vantaggiosa al massimo la lavoratrice dovrebbe avere iniziato a versare dal 1988. In modo tale da perdere solo 8 anni di calcolo retributivo della prestazione (fino al 31 dicembre 1995). Infatti, per chi ha maturato 18 o più anni di contributi entro il 31 dicembre 1995, il calcolo retributivo si estende al 31 dicembre 2011. Ed accettando il calcolo contributivo totale della prestazione, come Opzione Donna prevede, l’interessata rinuncia a ben 23 anni di calcolo più favorevole. Sono queste le donne più penalizzate. Infatti, è a questo profilo che diciamo, attenta, ti tolgono il 30% della pensione, se non addirittura di più.