Perché ognuno ha opinioni diverse su come risolvere la situazione della povertà che coinvolge i bambini. La verità in un libro.
La povertà, coinvolge milioni di bambini nel mondo, un fenomeno sociale che è insediato in tutte le società, anche quelle industrializzate. Si stima che il 12% della popolazione americana versi in uno stato di indigenza e 38milioni di persone è priva di cibo, acqua e non ha come vestirsi. Anche l’Italia ha numeri preoccupanti sulla povertà, con numeri anche superiori. Si parla, infatti, di percentuali che arrivano al 20%.
Quando si tratta di risolvere il problema della povertà non c’è mai una linea politica comune. Queste discrepanze si notano nella società americana, dove i progressisti credono che la situazione si possa risolvere spendendo soldi pubblici per l’assistenza sanitaria, istruzione, programmi di impiego e crediti fiscali per le famiglie che versano in condizioni economiche disperate. D’altro canto i conservatori ritengono che si possa risolvere con incentivi al lavoro nei programmi di spesa sociale e rispolverando il concetto di ”famiglia tradizionale”.
Come si risolve il problema della povertà? Chi ha ragione e chi meno?
La questione della povertà viene affrontata in maniera analoga anche nella società italiana, che nonostante sia lontana a quella americana esiste un pensiero progressista e un pensiero conservatore. Il Governo Meloni ha dimostrato che la povertà si risolve semplicemente creando lavoro e promuovendo la famiglia e le nascite con incentivi e sussidi. Ma chi ha ragione? Destra o sinistra? La verità in un libro di economia.
L’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti (NAS), nel libro ”Riduzione della povertà intergenerazionale” offre un’analisi rigorosa delle politiche che hanno dimostrato di aiutare i bambini poveri a migliorare i loro risultati da adulti. In particolare, un altro libro scritto da Melissa Kearney, economista americana, il privilegio dei genitori in coppia fornisce forti prove che crescere con due genitori sposati porta a vantaggi importanti e duraturi a livello economico. Questa visione tradizionale dà ragione alle politiche conservatrici, di cui si va portavoce anche la destra italiana.
Il volume della Nas sottolinea, inoltre, che la povertà ha effetti negativi sul futuro dei bambini causando cattiva salute e bassa istruzione. Questo porta a commettere crimini per la minor capacità di essere spendibili nel mercato del lavoro. Non è un caso se in America, ma anche in Italia, la maggior parte della popolazione carceraria è costituita da persone a basso reddito.
I programmi conservatori non hanno torto sull’idea della maggior ricchezza nelle coppie sposate e stabili, in quanto la maggior parte dei problemi di povertà nella società americana e in molte altre sono presenti nei nuclei dove il genitore è single. I progressisti, però, hanno ragione nel sostenere l’istruzione per contrastare la povertà poiché questa è presente soprattutto nelle famiglie meno istruite. Così come politiche atte a contrastare il razzismo e altre discriminazioni che portano a indebolire economicamente certe fasce sociali.
Il volume della NAS è ricco di prove dirette su come finanziare le scuole e incentivare le famiglie a basso reddito a mandare i loro figli a scuola, possa essere un contributo per aumentare le chance occupazionali ai ragazzi. Allo stesso modo, i finanziamenti alla Sanità sono una soluzione per garantire a tutti l’accesso alle cure. Dunque, entrambi hanno ragione sul contrasto della povertà nei bambini.
Incentivare la famiglia “tradizionale”, attraverso programmi religiosi che portano a promuovere le unioni solide e basate sui matrimoni, scoraggia situazioni in cui il padre è assente. Incentivare sulla genitorialità è un bene, ma è anche un bene promuovere l’istruzione e la sanità.