Avere un buon equilibrio vita-lavoro è di fondamentale importanza. Scopri perché e come mai l’Italia è così indietro.
Gli ultimi anni, specie post Covid, hanno portato ad una rivalutazione dei bisogni personali e di ciò che è davvero importante per essere felici. E tutto ciò si è riflesso in modo molto importante sul lavoro. Sempre più gente si è infatti resa conto di concentrare troppe energie su questo aspetto della vita e di non averne abbastanza per ciò che conta davvero come gli affetti e la felicità personale.
Tutto ciò ha portato ad una rivalutazione degli equilibri che ha richiesto per sempre più persone dei cambiamenti di vita importanti. Saper trovare un equilibrio tra vita e lavoro è infatti sempre più importante ma ancora spesso difficile da ottenere, sopratutto se si lavora per altri e ci si trova in Italia.
Equilibrio vita-lavoro: come funziona e cosa andrebbe cambiato
Imparare a gestire in modo sano la vita privata e il lavoro significa trovare un giusto equilibrio tra le due cose, evitando di sacrificarne una (solitamente la famiglia) per l’altra. Riguardo l’Italia, ad esempio, un recente studio ha fatto emergere dei numeri davvero pessimi, sopratutto se in relazione ad altri paesi come il Lussemburgo o la Spagna. A peccare in modo particolare sono l’assistenza sanitaria, congedi parentali, le ferie annuali, l’inclusività e l’orario medio di lavoro. Il tutto per dei lavoratori che si sono detti infelici.
Come fare, però, a cambiare? Riuscirci dipende da tutta una serie di fattori nei quali rientrano anche stato e aziende. Nel suo piccolo, però, il lavoratore può iniziare a chiedere orari più adatti ad uno stile di vita migliore e cercare magari altri posti di lavoro o posizioni con minori responsabilità. È infatti risaputo, specie prendendo spunto da paesi che si trovano meglio in classifica, che un lavoratore felice e appagato è anche più produttivo e desideroso di portare avanti il proprio lavoro. Un risultato che si potrà raggiungere solo inserendo l’orario flessibile, l’asilo nido sul posto di lavoro, più congedi parentali, e maggior flessibilità in base alle singole esigenze.
Utopia? Per molti paesi non sembra esserlo e il fatto che si trovino bene con i cambiamenti messi in atto significa che qualcosa si può effettivamente fare. Tornando, però, sul personale, in attesa di ciò un dipendente può iniziare a star meglio ponendo dei limiti tra privato e lavoro, evitando di portarsi il lavoro a casa, ritagliandosi del tempo per i propri hobby, cercando di riposare di più e di mangiare meglio e avendo maggior cura di sé. Solo così sarà possibile cambiare le cose, non vivere più famiglia e lavoro come fonti di stress e andare avanti verso un maggior equilibrio vita-lavoro. Anche in assenza di aiuti dall’esterno.