Del reddito di base si parla già da anni e sono già stati fatti esperimenti; il prossimo passo potrebbe essere a livello europeo.
Per reddito di base si intende una somma di denaro che tutti i cittadini, indistintamente, avrebbero come risorsa, per vivere una vita dignitosa. A livello singolo sono già stati fatti esperimenti in questo senso, basti pensare al reddito di cittadinanza italiano.
Secondo il Parlamento europeo, l’accesso a una forma di reddito minimo deve diventare effettivo, perché garantirà alle persone in difficoltà economica di vivere una vita dignitosa. Purtroppo il numero di poveri sta aumentando e forse siamo solo all’inizio, visto che i pericoli arrivano da più comparti.
Come abbiamo detto poco sopra, iniziative volte al contrasto della povertà sono state prese negli anni dai singoli Stati, ma l’idea dell’Europa è quello di arrivare ad un progetto migliorato e di livello comunitario. Cioè una regola comune valida per tutti i Paesi, che sarebbe più facile da gestire.
Come funzionerà il reddito di base universale? Ecco e prime ipotesi al vaglio dell’UE
I poveri in Europa stanno aumentando sempre di più e in futuro il numero potrebbe salire. Una delle motivazioni potrebbe essere la disoccupazione dovuta alle innovazioni tecnologiche, come l’Intelligenza artificiale, che andrebbe a sostituire un gran numero di professionisti umani.
Forse per questo motivo – anche se sicuramente ce ne sono altri – l’UE sta cominciando seriamente a pensare a una misura economica che eviti il tracollo socio-economico. Secondo gli ultimi dati, si evince che almeno 95 milioni di persone sono a rischio povertà o esclusione sociale; si tratta del 21% dei cittadini UE, ed è un numero davvero elevatissimo.
Secondo le prime ipotesi, il reddito andrebbe a tutti, indistintamente, e non servirebbero – ad esempio – ISEE o la dimostrazione che non si ha un lavoro. La somma erogata sarà calcolata per sopperire alle spese fondamentali, come le bollette e la spesa.
Siccome in ogni Paese UE il costo della vita è diverso, le somme potrebbero variare in base alla residenza geografica dei cittadini. Si parla di qualcosa come una cifra compresa tra i 1000 e i 1700 euro al mese. Se così fosse, i vantaggi sarebbero enormi perché ogni singolo cittadini, dai 18 anni in su, potrebbe contare su una cifra in denaro sufficiente a garantire il sostentamento, senza dover chiedere sussidi o aderire forzatamente a programmi di inserimento al lavoro.
Proprio questo aspetto garantirebbe più libertà ai cittadini, e ovviamente dignità. Le persone potrebbero essere libere di cercare un lavoro senza vedersi togliere il reddito e anche avviare attività autonome. Questo significherebbe anche dare possibilità a tutti di fare carriera e comunque di far parte della società, avendo le medesime opportunità di tutti gli altri, senza distinzione sociale.