In pochi lo sanno ma in tanti lo temono. Grazie alle nuove tecnologie, si è diffusa una nuova truffa dell’Iban. Scopri se ne sei vittima.
Internet ha portato grandi benefici nella comunità e se usato correttamente può portare grandi risultati. Il contrasto alla disoccupazione è uno di questi. Eppure ci sono anche tantissimi rischi in più, e uno di questi è proprio l’aumento della possibilità di essere derubati. Oggi è, infatti, molto più facile essere vittime del cyber crime di quello che si può pensare. Verifica con noi se anche tu sei caduto nella loro trappola. Vediamo come fare.
Innanzitutto per cadere nella rete di questa truffa devi avere un conto corrente. Inoltre, il tuo Iban deve essere finito nelle mani sbagliate, e questo è molto più semplice che possa accaderti di quello che puoi immaginare. Sempre più, infatti, si tende a fare colloqui online e al momento della firma del contrattino ovviamente ti vengono chiesti i dati anagrafi e anche quelli fiscali per ricevere il pagamento. In questa occasione occorre quindi dare al datore di lavoro l’Iban.
È anche vero, però, che in molti casi spesso alcuni datori di lavoro spariscono nel nulla dopo che hai firmato questi accordi di lavoro tenendo per loro i tuoi dati sensibili come il tuo codice Iban. Sicuramente ti accorgi di essere stato vittima di una truffa perché hai lavorato gratis ma spesso rivolgersi a un legale avrebbe costi ancora più alti del compenso che hai perso. Per questa ragione in molti decidono di non procedere e nemmeno di segnalare l’accaduto. Ma è davvero finita così? Cerchiamo di andare più a fondo del problema.
Sei stato raggirato? Scoprilo in un attimo
Diventare consapevoli di essere una vittima di questa nuova truffa è molto più semplice di quello che si può pensare. L’unica cosa è che ne puoi accorgere solo quando hai già subito una perdita economica, mai prima. Cosa significa questo? Sicuramente che è sempre bene stare attenti al proprio conto tenendo d’occhio ogni eventuale prelievo non autorizzato. In questo periodo alcuni internauti hanno ricevuto nella propria mail un messaggio dalla propria banca con il quale sono stati informati di avere attivato un rid con prelievo sul proprio conto.
A poco importante che tale uscita di denaro sia stata approvata perché ormai è stata effettuata. Ma come è stato possibile fare questo? Ci sono molto cyber criminali che hanno imparato a fare questo sapendo il vostro codice Iban. Ovviamente, non è certo colpa vostra se il vostro codice Iban cade nelle mani sbagliate. Per la legge, infatti, questo è un dato personale e quindi ricoperto da privacy ma è indispensabile fornirlo al datore di lavoro per essere pagati. Il fatto è che sapendo il codice Iban il criminale può risalire sol al numero del vostro conto e alla banca dove avete il conto. Per potervi accedere, significa che in qualche altro modo è venuto a conoscenza delle vostre credenziali di accesso online al vostro conto.
Le banche e gli uffici postali si sono dotati di moltissimi strumenti per evitare di farvi cadere in queste truffe come per esempio l’invio di messaggi sul vostro cellulare di richiesta di autorizzazione prima di effettuare un pagamento. Se comunque siete vittime di questi crimine non vi resta che segnalarlo al vostro istituto bancario o postale e concordare con loro la giusta strategia per individuare il criminale, per sospendere immediatamente l’autorizzazione a un nuovo prelievo e per vedere restituito il maltolto. In alcuni casi, potrebbe anche necessario fare denuncia e imbarcarsi in una lotta legale con ulteriori spese economiche e in termini di stress. Tenete, quindi, sempre controllo i vostri dati sensibili.