Questi mezzi stanno già trasformando la mobilità urbana di molte città, ma le critiche e i dubbi non sono pochi.
Con il progresso della tecnologia, anche la mobilità urbana attraversa trasformazioni radicali. Negli ultimi anni, le strade di molte città stanno diventando un terreno di prova per i taxi robot, veicoli autonomi senza autista progettati per trasportare passeggeri ovunque desiderino andare. Questi mezzi, oltre a un nuovo modo di spostarsi, hanno portato con sé anche molte critiche e molti dubbi.
E se a molti sembra un futuro lontano, basti pensare alla velocità con cui si è evoluta l’aviazione all’inizio del 20° secolo. Come avvenne in quel caso, i progressi tecnologici nel campo dei veicoli autonomi sono rapidi, forse anche più rapidi delle misure di sicurezza che li accompagnano. Ma quali sono le reali implicazioni di questa rivoluzione? E quanto sono pronte le nostre città per questi futuristici mezzi di trasporto?
Taxi robot: il futuro tra nuove opportunità e molti dubbi
Recentemente, diverse città hanno visto arrivare sulle loro strade questi nuovi mezzi. Shanghai ha ha cominciato a far circolare una flotta di taxi robot solo in una zona specifica della città, mentre San Francisco ha accolto una serie di auto a guida autonoma lanciata da Waymo, un’azienda sussidiaria di Alphabet (la compagnia che comprende anche Google).
In questo settore stanno investendo non solo i colossi tecnologici, ma anche aziende di altri settori. Si prevede infatti che entro il 2030, il mercato globale dei robo taxi raggiungerà una valutazione di più di 30 miliardi di dollari.
Come per ogni nuova tecnologia, però, ci sono diverse preoccupazioni legate alla sicurezza. L’automazione ha presentato sfide in ogni settore in cui è stata introdotta. E nel contesto dei veicoli, la posta in gioco è la sicurezza delle persone. Dato chela maggior parte delle collisioni gravi è causata da errori umani, molti esperti sostengono che i veicoli autonomi potrebbero addirittura ridurre la frequenza di incidenti e infortuni. Altri, invece, pensano che sarebbe folle demandare a una macchina un compito così delicato.
Un’altra grande preoccupazione è quella che riguarda la cyber sicurezza. Con la crescente interconnessione tra veicoli e reti, la vulnerabilità a potenziali attacchi informatici aumenta. Se un malintenzionato riuscisse a condurre con successo un attacco informatico alle reti che gestiscono questi taxi robot, le conseguenze potrebbero essere devastanti, dal blocco del veicolo al rischio di collisioni.
Proprio negli ultimi mesi i taxi robot sono stati al centro di una grande protesta nella città di San Francisco. Un gruppo di attivisti, contrario all’introduzione del servizio sulle strade della città, ha cominciato a posizionare i coni gialli da cantiere sul cofano di questi mezzi automatizzati, mandando in tilt i loro settori e facendole fermare. Per quanto si tratti di una protesta localizzata, è chiaro che è un tema che dividerà sempre più l’opinione pubblica.