Posticipare la sveglia che ci desta bruscamente al mattino non è la decisione migliore. Ecco come mai e cosa dice la scienza.
Chissà quante volte vi sarà capitato di sentire suonare la sveglia e di aver deciso di ignorarla girandovi dall’altra parte. Il rischio è sempre quello di riaddormentarsi e far tardi al lavoro, a scuola o mancare qualche impegno importante. Ma perché non bisognerebbe farlo più?
A rientro dalle vacanze una delle cose più difficili da fare è riabituarsi ai ritmi quotidiani che prevedono di alzarsi presto. Sono infatti poche le persone i cui impegni non richiedono di essere in piedi in un orario piuttosto mattiniero.
Ormai anche le scuole sono iniziate e non è difficile vedere su treni e mezzi pubblici individui che approfittano di questo momento per schiacciare un pisolino. Dopotutto ogni minuto di riposo pare essere prezioso.
I giapponesi hanno addirittura coniato un nome: inemuri per indicare la pratica di addormentarsi in pubblico. Ma cosa accade di preciso se rimandiamo un pochino il momento di scendere dal letto? Ecco cosa dice la scienza al riguardo.
Ognuno al mattino ha i propri rituali. C’è chi anticipa l’orario per avere tempo di abituarsi al risveglio senza dover saltare giù dal letto e fare tutto con il tempo contato e chi agisce diversamente.
Complici anche gli smartphone che consentono di rimandare l’alzataccia di 5 minuti e, in seguito di nuovo di 5 e così via tante persone adottano questa abitudine. Quello che si crede un metodo per godere un po’ di più del sonno e del tepore delle lenzuola è però un atteggiamento che ci nuoce.
A sostenerlo è il dottor Scott Kutscher. Lo specialista in medicina del sonno e neurologo ha spiegato a Newsweek che agendo così si rende il risveglio più difficile e si compromette addirittura la qualità del sonno.
L’esperto ha sottolineato che svegliarsi subito è difficile per chiunque e che questa condizione viene definita inerzia del sonno. Questa sensazione spinge a tornare a dormire.
Si tratta appunto di una condizione caratterizzata da affaticamento e ridotta vigilanza che dura circa 30 minuti. Il dottor Kutscher ha parlato dei risultati della sua ricerca sul Journal of Physiological Anthropology sottolineando che continuando a posticipare il risveglio anche l’inerzia del sonno viene prolungata.
Il suo consiglio è quello di agire in modo “drastico”, cioè alzarsi subito e affrontare la giornata. Chissà quanti decideranno di cambiare abitudini per seguire il suo suggerimento.
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