Le acque dei nostri rubinetti potrebbero essere inquinate. Ma qual è la migliore strategia di prevenzione per mitigare i rischi?
In alcune città lo fanno tutti. In altre, invece, l’assunzione è vietata e sconsigliata per motivi di salute. Parliamo dell’usanza di bere l’acqua dal rubinetto. Si può fare? Dipende. Ecco due modi per sapere se vi sono sostanze chimiche pericolose nell’acqua che sgorga all’interno delle nostre abitazioni.
Purtroppo, le sostanze chimiche tossiche sono ormai ovunque. Un tempo, le nostre città erano molto più pulite e anche le acque che scendono dalle fontanelle pubbliche erano fonte di ristoro. Ora è davvero tutto molto problematico.
L’industrializzazione ha reso le nostre riserve di acqua potabile uno dei principali modi in cui le sostanze chimiche entrano per sempre nei nostri corpi. Recenti indagini tossicologiche ci dicono che quasi la metà dell’acqua che sgorga dai nostri rubinetti contiene almeno un tipo di sostanza chimica permanente. Gli interventi, un po’ ovunque, non sono risolutivi e così milioni di persone potrebbero ancora essere esposte a questi inquinanti persistenti, poiché non tutti i sistemi idrici pubblici del Paese sono tenuti a monitorarli e rimuoverli. Andiamo a vedere, allora, come possiamo noi sapere se le acque di casa nostra sono inquinate.
Come scoprire se le acque dei nostri rubinetti contengono sostanze chimiche
I ricercatori stanno ancora esaminando l’ impatto permanente delle sostanze chimiche sulla nostra salute e come smaltirle in modo efficiente. Ma qual è la migliore strategia di prevenzione per mitigare i rischi?
Innanzitutto, possiamo dirvi che è fondamentale conoscere la fonte da cui proviene la nostra acqua. Online è possibile trovare una mappa completa e interattiva da cui emergono i livelli di contaminazione secondo i rilievi ufficiali. Ovviamente, se arriva da una fornitura pubblica, i rischi sono minori, perché le amministrazioni pubbliche devono regolarmente testare la presenza di contaminanti e riferire i risultati alla cittadinanza.
Ovviamente, facciamo attenzione ai luoghi in cui viviamo. Se si vive dentro o vicino a un’area in cui sono stati rilevati elementi contaminanti per la presenza di fabbriche, per esempio, ma anche per altre motivazioni, ci sono buone probabilità che queste sostanze chimiche siano presenti nell’acqua del rubinetto di casa, poiché la loro impronta tende a fuoriuscire in lungo e in largo.
Sul mercato sono disponibili diversi kit di analisi tossicologica per l’acqua domestica, in cui si invia un campione per posta e si ottengono i risultati dopo circa una settimana. Per una misurazione più accurata, è bene far funzionare il rubinetto al minimo per almeno tre minuti per lavare i tubi prima di riempire la bottiglia di raccolta. Non riempire eccessivamente il contenitore. Scegliere il test a cui sottoporsi è un delicato atto di equilibrio tra costo, rischio di esposizione, convenienza e portata del test. Ma può aiutare la nostra salute.