Importanti novità riguardo le pensioni: uscite anticipate e più soldi. Vediamo insieme cosa cambierà dal prossimo anno.
Con la prossima legge di Bilancio verrà presentato anche il dossier pensioni. Come è già stato anticipato dal Governo, una riforma completa non è ancora possibile ma ci saranno, comunque, importanti novità.
Il superamento della legge Fornero resta un obiettivo di legislatura del Governo Meloni. Ma non sarà possibile tagliare il traguardo già nel 2024. Come ha anticipato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, tutto non si può fare. E, soprattutto, non si può fare più di tanto con solo 2 miliardi di euro a disposizione da destinare al mondo della previdenza sociale. Per il momento si può solo procedere con cautela e a piccoli passi per agevolare le uscite anticipate senza far crollare tutto il sistema. In ogni caso già dal prossimo anno qualche novità ci sarà.
La legge Fornero, infatti, unita al sistema di calcolo contributivo puro introdotto nel 1995 dalla riforma Dini sta penalizzando i lavoratori con stipendi bassi. Chi ha stipendi bassi ha, di conseguenza, pochi contributi, dunque, anche l’importo dell’Assegno previdenziale sarà basso. Ma con la legge Fornero per poter andare in pensione a 67 anni non basta avere 20 anni di contributi, bisogna aver maturato una pensione pari almeno a 1,5 volte l’importo dell’Assegno sociale.
L’Esecutivo è chiamato a sciogliere parecchi nodi. Da un lato favorire i prepensionamenti in modo da agevolare il ricambio generazionale nel mondo del lavoro, dall’altro aumentare gli assegni di chi in pensione c’è già. Vediamo cosa succederà il prossimo anno.
Quota 41, per il momento, resta nel cassetto. Estendere questa misura a tutti i lavoratori comporterebbe una spesa non inferiore a 5 miliardi di euro. L’alternativa era ricalcolare tutti gli assegni con il sistema contributivo ma ciò avrebbe comportato pesanti tagli sulle pensioni. Ormai certa la proroga di Quota 103 fino al 31 dicembre 2024: questa opzione consente di andare in pensione a 62 anni con 41 di contributi.
Opzione donna potrebbe tornare alle origini, almeno per quanto riguarda il requisito anagrafico che tornerebbe ad essere 58 anni invece di 60 per tutte le lavoratrici e non solo per quelle che hanno figli. Questa misura resterebbe, però, riservata solo a 4 categorie: caregiver, disoccupate, dipendenti di aziende in crisi e lavoratrici con disabilità pari o superiore al 74%.
La vera novità potrebbe essere data dall’introduzione della pensione part time: i lavoratori a cui mancano 3 anni dal pensionamento potrebbero ridurre l’orario lavorativo del 50% senza penalizzazioni sullo stipendio né sui contributi. Al loro posto le aziende dovrebbero assumere giovani fino a 35 anni di età e per queste nuove assunzioni riceverebbero incentivi statali. Infine, ultima novità – questa volta non positiva – prevista per il 2024 riguarda la rivalutazione degli assegni pensionistici che dall’attuale 8,1% scenderebbe al 5,7% e potrebbe addirittura essere sospesa per le pensioni più alte.
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