Tanti genitori fanno fatica ad accettare che i figli lascino il nodo per vivere la propria vita. Ebbene si tratta di una vera e propria sindrome.
La sindrome del nido vuoto sottolinea la difficoltà del genitore di lasciare andare i figli, di separarsi da loro.
La famiglia è l’insieme di persone che si vogliono bene, che si supportano, litigano, imparano l’una dall’altra. Condividono la loro vita anche se ad un certo punto i figli lasceranno la casa dei genitori. Per quanto si possa avere da genitore la consapevolezza dell’importanza di questo passo e del fatto che sia un grande traguardo per il proprio figlio è normale provare dispiacere. Pensare di non vivere la quotidianità come sempre porta tristezza ma vederlo, poi, felice e realizzato ripaga del grande sacrificio.
C’è chi non riesce proprio, però, ad accettare l’allontanamento dei figli. Vive il momento in cui lasciano la casa come un abbandono arrivando ad avere un vero disagio psicologico. Questa è la sindrome del nido vuoto.
Cos’è la sindrome del nido vuoto che colpisce tanti genitori
La sindrome del nido vuoto è un malessere psicologico provato dai genitori nel momento in cui i figli vanno via da casa per avere la propria dipendenza o per studiare in un’università di un’altra città. Questo allontanamento lascia un vuoto, una sensazione di abbandono che nei casi più gravi sfocia in una perdita del senso della vita. Si vive un evento naturale come un lutto provando tristezza, angoscia, rabbia, irritabilità, senso di colpa e solitudine.
Parliamo di sintomi che possono portare ad una psicopatologia, la depressione maggiore, così come a disturbi d’ansa o a scompensi psicotici. Non sono solo le mamme a soffrire della sindrome dei nido vuoto. Recenti studi hanno confermato come la patologia colpisca anche tanti papà. Solo il modo di esprimere il dolore è diverso. Le donne lo comunicano più liberamente mentre gli uomini sono meno restii a rendere noti i propri sentimenti.
Come fare per gestire il vuoto ed evitare la sofferenza?
- Ridefinendo il ruolo personale,
- investendo energie in altre aree di interesse,
- riorganizzando il legame con gli altri figli e il partner.
Si potrà avere più tempo per dedicarsi alle proprie passioni e riscoprire la propria identità. Si potranno scoprire nuovi ruoli e creare un nuovo legame con il figlio ormai grande che ha lasciato il nido. Se il senso di abbandono proprio non si dovesse superare, allora sarebbe necessario lasciarsi aiutare da psicologi o psicoterapeuti.