Il caos vige in questo momento sui bonus edilizi. Non bastassero i problemi vecchi, ecco che se ne sono aggiunti di nuovi.
Il problema principale attualmente in discussione riguardante i cosiddetti bonus edilizi è rappresentato dall’evidente scostamento tra i dati consuntivi e le proiezioni finanziarie.
Secondo un’analisi condotta dall’AdER, i dati emersi appaiono preoccupanti, con un conto per lo Stato che potrebbe superare i 100 miliardi di euro, generando un bel po’ di problemi, soprattutto in un contesto in cui la ricerca di risorse per la prossima finanziaria risulta già problematica.
Tuttavia, le problematiche legate ai bonus edilizi non riguardano soltanto le casse pubbliche, ma si estendono anche agli esodati del superbonus, ovvero coloro che, a seguito della cessazione del credito e dello sconto in fattura, adesso si ritrovano con i lavori edili incompleti.
In questo contesto, risulta necessario individuare soluzioni adeguate per affrontare tali problematiche.
Partendo dall’ultimo punto, si è pensato di allungare i tempi per ottenere le agevolazioni fiscali. Ma non è una soluzione che risolve tutto. Se non si può usufruire della cessione del credito o dello sconto in fattura, bisogna pagare di tasca propria.
E se non si hanno i soldi, è un vero problema. Anche se si rientra nella capienza fiscale, si può solo avere qualche sconto sulle tasse, ma il problema di come pagare la ditta resta.
Non c’è una soluzione immediata, soprattutto perché ci sono già cause legali e pignoramenti in corso. Insomma, non è facile essere esodati del Superbonus.
Come se non bastasse, ci sono anche problemi con i conti pubblici. E non è che siano problemi da poco. Il costo per le casse pubbliche è molto più alto di quanto previsto, tipo sui 110 miliardi.
E non è che sia facile risolvere il problema, perché non è che ci siano molti modi per risparmiare sulla spesa.
Quindi, c’è chi sta proponendo di convertire i crediti da bonus edilizi in titoli di Stato. Una soluzione un po’ azzardata, ma chissà che non funzioni.
Se si emettono nuovi titoli del debito pubblico, si può coprire il buco nei conti pubblici e anche aiutare gli esodati. Ma il problema potrebbe essere dilazionato.
Comunque, alla fine, lo Stato deve ugualmente pagare e il debito pubblico aumenterebbe. Non pare una soluzione reale per i conti dello Stato, soprattutto se si vuole tornare alle regole del Patto di stabilità e crescita.
Anche per i numerosi esodati, la situazione non sarebbe agevolata. Infatti, è possibile che le imprese incaricate dei lavori non accettino i titoli di Stato come forma di pagamento, poiché, sebbene siano considerati moneta secondo la teoria economica, non sono un mezzo di pagamento obbligatorio dal punto di vista legale.
Pertanto, le problematiche che stiamo attualmente affrontando rimangono di grande rilevanza e urgenza.
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