Cosa comprenderà la Manovra economica allo studio del Governo? Le buone notizie per i lavoratori si susseguono in queste ore.
Il governo Meloni è chiamato in queste settimane a dar forma alla sua prima manovra finanziaria, contenente una serie di strumenti e normative che, a detta dell’Esecutivo, dovrebbero venire incontro ai redditi più bassi. Un percorso che però si scontra con la quantità di risorse ad oggi disponibili e che sta facendo muovere Giorgia Meloni e i suoi ministri all’insegna della prudenza.
L’obiettivo è fare in modo di evitare di creare scompiglio nei conti pubblici concentrando le disponibilità economiche su coloro i quali hanno sofferto maggiormente gli effetti della crisi; e rimandando ad un secondo momento riforme più strutturali e, inevitabilmente, costose.
Buste paga, cosa succederà con la Manovra economica: le ipotesi
Spendere troppo infatti rischierebbe di spaventare gli investitori e le conseguenze per gli equilibri dello spread potrebbero essere inevitabili. Seppur prudenti i ministeri hanno comunque avanzato tutta una serie di richieste e sommandole tutte si arriva alla non indifferente cifra di 40 miliardi. Tra di esse vi sono i 6 miliardi richiesti per la Pubblica amministrazione, 4 sono i miliardi che servirebbero per mettere a punto una riforma fiscale ed altri 4 per potenziare il sistema sanitario aumentando il numero dei medici.
A conti fatti cosa potrà essere attuato? Il governo Meloni sembra propendere per la conferma del taglio del cuneo fiscale, già attiva nella seconda parte del 2023 e che ha portato ad un incremento degli stipendi. Sono 14 milioni i lavoratori (con redditi non superiori a 35mila euro) a beneficiarne oggi.
Di fatto verrebbe mantenuta la decontribuzione del 7 e del 6% rispettivamente per redditi fino a 25mila e tra 25 e 35mila euro. Il costo? È enorme, ben 10 miliardi di euro, ma eliminare la misura a fine anno avrebbe come conseguenza la perdita di una somma compresa tra 70 e 100 euro nelle buste paga dei lavoratori.
Si ipotizza anche un rinnovo del bonus una tantum, rivolto ai dipendenti pubblici, pari all’1,5% dello stipendio nonché i vari incentivi per le assunzioni degli under 36. In sostanza mantenere le misure già in essere per non andare a peggiorare la situazione dei lavoratori. Improbabile che venga costruita una riforma delle pensioni ma si ipotizza di prorogare, anche in questo caso, Quota 103 e, forse, Opzione donna. Il recupero delle risorse, invece, potrebbe avvenire agendo nuovamente sul Superbonus e su altri bonus da modificare o eliminare per liberare soldi da impiegare nella Manovra.