Trovare le risorse per dar forma alla Manovra 2024 è tutt’altro che semplice. Ecco che cosa intende fare il governo Meloni per accantonarle.
È una vera e propria sfida quella alla quale il Governo è chiamato a partecipare come parte attiva. Stiamo parlando della Manovra e, nello specifico, delle risorse che l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni dovrà individuare per poter concretizzare tutti i progetti di riforma fiscale che ha in mente, a cominciare dall’introduzione di ulteriori sostegni che vadano ad arginare l’aumento delle bollette, del supporto per i redditi bassi, di strumenti contro l’aumento del prezzo dei carburanti e non solo.
Sono due i nodi da sciogliere: il primo riguarda il Superbonus, al quale il governo potrebbe dare un’ulteriore stretta per recuperare miliardi da impiegare in nuovi bonus, nella proroga del taglio del cuneo fiscale, in strumenti per promuovere la natalità. Secondo problema da affrontare è quello riguardante il nuovo Patto di Stabilità.
L’obiettivo dell’esecutivo formato da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia è quello di dar forma ad una fitta serie di progetti anche a lungo termine. A detta del vicepremier Matteo Salvini si sta infatti lavorando anche a flat tax, novità sulle pensioni, taglio delle tasse alle imprese. Le dichiarazioni in questi giorni si susseguono ma, a conti fatti, le risorse che bisognerebbe accantonare per produrre una Manovra realmente efficace si attesterebbero, secondo stime, intorno ai 30 miliardi di euro. Il problema deriva dal fatto che ad oggi meno di un terzo sono effettivamente disponibili ed il resto dovrà essere recuperato con probabili nuovi tagli.
È dunque molto probabile che alcune misure verranno introdotte seppur non in forma ‘strutturale’. Per fare un esempio potrebbe essere previsto un bonus benzina, erogato magari sulla stessa card Dedicata a te, per ammortizzare la corsa dei prezzi dei carburanti. Ancora il taglio del cuneo potrebbe essere prorogato di un anno ma non diventare definitivo, e potrebbe essere prevista una detassazione di tredicesime e straordinari allo scopo di consentire agli stipendi di aumentare. Ma misure come quota 41 per il pensionamento difficilmente potranno vedere la luce nel 2024.
Per quanto riguarda il Superbonus invece, il governo potrebbe non limitarsi alla sola riduzione delle detrazioni dall’attuale 90 al 70% ma consentire solo a chi ha redditi più bassi e certi lavori non se li potrebbe permettere di sfruttare questo strumento fatto di cessioni e sconto in fattura. Un progetto che si andrebbe però a scontrare con una serie di vincoli “anche costituzionali”, come ricordato dal sottosegretario all’Economia Federico Freni.
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