Quale sarà l’andamento europeo dell’inflazione per i prossimi mesi? La situazione è tutt’altro che rosea, ecco lo scenario.
Inevitabile che in Italia si parli, oggi più che mai, di inflazione e delle conseguenze che la sua crescita ha avuto in termini di caro vita. Tutto costa di più con prodotti, tra i quali i generi alimentari ma anche i biglietti aerei, il carburante, le bollette di gas e luce, che hanno subito aumenti consistenti spingendo le famiglie a fare delle scelte razionali per riuscire ad arrivare a fine mese. Ma qual è lo scenario europeo in termini di inflazione e quale sarà, secondo gli esperti in materia, il suo andamento nel corso dei prossimi mesi?
Ebbene anche guardando all’Eurozona ciò che emerge è un contesto tutt’altro che positivo. Basta guardare agli ultimi dati, quelli relativi all’attività economica del mese di agosto che ha subito un’ulteriore contrazione raggiungendo livelli davvero bassi. Per ritrovarne di simili bisogna infatti tornare indietro al novembre del 2020, quando il mondo si trovava in piena pandemia di Covid.
Inflazione nell’Eurozona, qual è la situazione e cosa succederà nei prossimi mesi
Dati economici tutt’altro che rassicuranti, a cominciare dal cosiddetto Purchasing Managers Index, l’Indice composito degli acquisti dei manager responsabili degli acquisti dei Paesi europei. Il suo valore è passato dal 48,6 di luglio a 47, andando di fatto a deludere gli economisti che si auguravano in una chiusura al rialzo a 48,8. Nel concreto questo implica che i settore dei servizi dei Paesi dell’area euro ha fatto registrare una forte contrazione delle attività economiche.
Solitamente il valore di riferimento è 50: al di sopra si parla di espansione, al di sotto di declino e contrazione. Escludendo il periodo pandemico, valori come quelli registrati di recente non si vedevano da aprile 2013. Altro calo è quello registrato dall’indicatore dello stato di salute dei principali servizi passato da 50,9 a 47,9. Gli esperti speravano che l’indice Pmi, questo è il suo nome, si attestasse invece su un 48,3.
L’incremento dei costi di finanziamento ed il costo della vita alle stelle che porta a spendere meno sarebbero le cause di un valore al di sotto delle aspettative. Considerato il fatto che entro poche settimane la Bce dovrà anche valutare se, al fine di contrastare l’inflazione, i tassi dovranno ancora una volta essere aumentati, lo scenario per il periodo autunnale ed invernale si prospetta nero.
I paesi nei quali le attività nel settore dei servizi sono andate ad indebolirsi maggiormente sono Francia e Germania mentre l’unico paese dell’Eurozona in controtendenza è l’Irlanda. La flessione per l’Italia è stata lieve cosi come per la Spagna. Ma secondo le ultime previsioni evitare la recessione nel settore dei servizi sarà, anche per il Belpaese, improbabile.