Arriva il nuovo aiuto del Governo sotto forma di bonus 350 euro senza bisogno dell’ISEE. Ecco cosa devi sapere.
Nella situazione economica attuale niente aiuta più degli aiuti economici del Governo, che offre bonus e agevolazioni a seconda delle necessità dei cittadini. Normalmente questi richiedono di rispettare certe condizioni, come il dover utilizzare il bonus per certi scopi specifici. Quello di oggi, però, non ha limiti specifici, e non serve neanche presentare l’ISEE. Ecco tutti i dettagli.
Il premio proviene dall’Ente Bilaterale per l’Agricoltura veranese, che ha concesso un bonus a tutti i lavoratori agricoli che abbiano completato almeno 102 giornate lavorative come dipendenti. Il rimborso verrà emesso nella forma di 70€ per ogni fattura, per un totale di 350 euro in 12 mesi. Naturalmente c’è comunque un iter burocratico da rispettare. Le fatture vanno inviate all’ente incaricato, allegando le copie delle prestazioni, documento d’identità e l’ultima busta paga. Il bonus, preparato nel periodo tra marzo e luglio 2023, mira ad aiutare riguardo l’ambito medico, cercando di supportare le persone che si sono sottoposte a visite durante il corso dell’anno.
Questa sovvenzione è rivolta al momento a quelli che lavorano come braccianti agricoli, che posso offrire la possibilità anche ai membri della famiglia che risultano a loro carico, arrivando a un’integrazione del 60% delle spese da sostenere. La richiesta va inviata entro il 31 gennaio 2024, con le richieste già menzionate insieme alle fotocopie delle fatture riguardo le visite, lo stato di famiglia, l’autocertificazione per i familiari a carico e l’Unilav dell’anno precedente, tutto da mandare all’Ebat.
Bonus 350 euro: le alternative
Ma il bonus non è l’unica opzione disponibile. Interviene anche l’Ente Bilaterale Agricolo della Provincia di Sondrio, che decide di agire in autonomia per i suoi operai agricoli. L’ente offre supporto anche a chi deve sostenere spese per cure odontoiatriche od oculistiche, e anche in questo caso l’offerta si estende ai familiari a carico. Si parla di un rimborso minimo di 300 euro, con un massimo di 700 euro ogni 12 mesi. Anche qui bisogna fare richiesta entro tre mesi dall’emissione della fattura per la visita, con la fotocopia della stessa e carta d’identità inclusa.
Non tutte le regioni hanno al momento aderito alla sovvenzione, e molte hanno deciso di agire in maniera autonoma. Per esempio, nel Trentino Alto Adige, è al momento attivo l’Ebta, un’altra integrazione che punta a coprire le spese sanitarie. In questo caso vengono coperti tutti gli accertamenti fatti all’interno di strutture pubbliche o convenzionate, ma solo se sono costate più di 25 euro. Questa potrebbe essere estesa ai professionisti privati, ma non per visite superiori ai 50 euro.