Da luglio sono entrate in vigore alcune nuove misure del Decreto lavoro di maggio. Le maggiori novità riguardano le tasse.
Per molti lavoratori il rientro dalle ferie coincide con l’entrata in vigore del nuovo Decreto Lavoro: tante le novità che riguardano nuove regole e tasse.
Ricordiamo che il decreto è stato convertito in legge recentemente e apre la strada ufficialmente a nuove regole (11 per la precisione) e tasse che cambiano il mondo del lavoro. Scopriamole insieme.
Le 11 novità del Decreto Lavoro tra nuove regole e tasse: ecco cosa cambia
Dopo la pausa estiva, il rientro al lavoro per molti è accompagnato da nuove regole e tasse inserite nel Decreto Lavoro. Come detto, nello specifico sono 11 le novità per i lavoratori. La prima riguarda il taglio del cuneo fiscale aumentato:
- al 7% per chi percepisce redditi annui fino a 25mila euro, ovvero, stipendi fino a 1.923 euro;
- al 6% per chi percepisce redditi annui lordi tra i 25mila e i 35mila.
In realtà, si tratta di un ulteriore taglio applicato sugli stipendi dei lavoratori dipendenti e “visibile” già nella busta paga di luglio con gli aumenti. Aumenti che proseguiranno fino a fine anno.
La seconda novità riguarda l’aumento del fringe benefit (beni ceduti o servizi prestati) fino a 3mila euro per i lavoratori dipendenti, con figli minori. I fringe benefit non saranno tassati; di conseguenza, si avrà un aumento dello stipendio. La novità riguarda la platea dei beneficiari: oltre ai lavoratori dipendenti potranno usufruire di questa opportunità anche collaboratori coordinati e continuativi, amministratori, tirocinanti.
Con il Decreto Lavoro cambiano le modalità di assunzione con contratti a termine, in particolare per quelli che durano tra i 12 e i 24 mesi (terza novità). Infatti, i rinnovi saranno stabiliti dai contratti collettivi, come già avviene per alcuni CCNL, come abbigliamento, pelletteria. Inoltre, potranno essere decisi tra le parti, ossia tra lavoratore e azienda solo per specifiche esigenze organizzative e produttive.
Altra novità (la quarta) riguarda l’istituzione del nuovo assegno di inclusione che sostituisce il reddito di cittadinanza. Però, questa misura entrerà in vigore da gennaio 2024. La quinta novità riguarda l’istituzione del nuovo supporto per la formazione al lavoro per i cittadini di età compresa tra i 18 e i 59 anni, occupabili al lavoro e con un reddito familiare che non superi i 6mila euro.
Ecco in sintesi le altre novità:
- revisione di alcune sanzioni amministrative, come quelle relative all’omesso versamento delle ritenute previdenziali;
- nuovi bonus assunzioni, con incentivi pari al 60% della retribuzione per 12 mesi per le aziende che assumono giovani di età inferiore ai 30 anni;
- maggiori controlli per la sicurezza sul lavoro;
- sospensione della CIG ed estensione della normativa anche per i rapporti di lavoro entro 6 mesi dello stop al diritto dell’integrazione salariale per le giornate lavorate;
- ritorno della pensione di cittadinanza;
- maggiorazione dell’assegno unico per i vedovi.