C’è un limite massimo a quanto si può contribuire alla pensione ogni anno. Ecco qual è il tetto massimo e cosa tenere a mente.
I contributi versati all’INPS per la pensione vengono calcolati in base al reddito percepito dal lavoratore: più è alta la retribuzione, più sale il carico contributivo. Per i lavoratori dipendenti la quota maggiore è carico del datore di lavoro, con il 9,1% a carico del lavoratore. Per gli autonomi, invece, è tutto a carico del lavoratore. In entrambi i casi esistono un minimo e un massimo da versare all’INPS per l’assicurazione contro invalidità, vecchiaia e superstiti. Per un lavoratore subordinato, ad esempio, il minimo giornaliero imponibile per il 2023 è di 53,95 euro. Lo stesso si applica agli autonomi e i lavoratori agricoli.
Bisogna però fare attenzione al massimale, oltre il quale non si possono più versare contributi, a prescindere dalla retribuzione. Questo è stato introdotto nel 1996 con la riforma Dini, e si applica a chiunque abbia iniziato a lavorare dopo quella data. Il tetto del massimale serve a salvaguardare l’INPS dal dover pagare prestazioni troppo costose in futuro, un cambiamento ritenuto fondamentale all’epoca.
Massimale contributivo: quanto puoi versare
Partiamo dalla premessa che il massimale contributivo è variabile nel tempo, rivalutato annualmente in base all’indice dei prezzi del consumo per famiglie di operai e impiegati. Questo calcolo prescinde dalla quantità di rapporti di lavoro svolti durante l’anno – un dirigente d’azienda potrebbe non raggiungere la cifra con un singolo contratto, ma potrebbe arrivarci con più contratti. Il massimale si applica a tutti i lavoratori iscritti alle forme di previdenza pubblica obbligatoria. Chi sceglie altre forme di assicurazione, come per esempio casse private professionali, segue un’autonomia diversa.
Nel 2023, il massimale contributivo è fissato a 113.520 euro. Oltre questa cifra ogni contributo è ignorato e quindi non va considerato. Caso leggermente diverso per i contributi di artigiani e commercianti, il cui massimale scaturisce in riferimento alla retribuzione massima percepita. Anche questo viene rivalutato ogni anno in base all’inflazione basandosi sui dati calcolati dall’Istat. Nel 2023, il massimale per i contributi IVS è pari a 86.983 euro, con un aliquota per gli artigiani pari al 24%, contro il 24,48% dei commercianti. Tutti i versamenti, a prescindere della categoria di appartenenza, vengono effettuati quattro volte all’anno attraverso l’uso del modello F24: il 16 maggio, il 21 agosto, il 16 novembre e infine a febbraio 2024.