Andare in pensione anticipata 5 anni prima aver compiuto i 67 anni di età è possibile, ma soltanto per alcuni lavoratori.
Casse dello Stato ridotte quasi all’osso. Quindi, cosa fare in manovra finanziaria con il pacchetto pensioni? Tirare in ballo il datore di lavoro e usarlo come “fondo” per rendere possibile il pensionamento anticipato.
Un sistema che accolla al datore di lavoro il costo, nonostante le pensioni vengano pagate dall’INPS. Misure low cost, non c’è dubbio, ma che servono come il pane. Ecco perché da anni funziona l’isopensione, la quale consente l’anticipo della quiescenza di 7 anni, ma anche il contratto di espansione, che ha più o meno la medesima funzione della prima.
Pare che adesso il Governo Meloni sia intenzionato a creare quello che da più parti viene definito “super contratto di espansione”. Vediamo di cosa si tratta.
Per chi non lo sapesse, l’isopensione è una misura che consente a un’azienda con 15 dipendenti almeno di mandare in pensione anticipata coloro a cui mancano 7 anni per quella di vecchiaia. Stiamo parlando di persone che hanno 60 anni di età.
Questo strumento non soltanto favorisce i lavoratori, ma anche le aziende, con i datori di lavoro che adesso possono gestire meglio gli esuberi senza essere costretti a tagli di organico o a licenziamenti. Poi ecco arrivare il contratto di espansione, che consente di andare anticipatamente in pensione a 62 anni oppure dopo aver versato 37 anni e 10 mesi di contributi.
I lavoratori, però, possono andare in prepensionamento soltanto se sono a 5 anni dalla pensione anticipata ordinaria oppure a 5 anni da quella di vecchiaia. Stiamo parlando di misure che gravano sulle spalle delle aziende, che riducono il personale oppure riorganizzano la struttura aziendale.
In questo modo possono mandare prima in pensione i lavoratori più grandi di età e che sono poco propensi a usare nuove tecnologie e nuove attività produttive. Il governo adesso ha intenzione di fare un passo avanti sul contratto di espansione. Ma le notizie in merito sono davvero poche. Le indiscrezioni parlano di uno strumento unico che consenta a un’azienda il finanziamento del prepensionamento del lavoratore dipendente.
Da quel poco che sappiamo finora, il turnover dovrebbe essere favorito, perché comunque allo stato attuale il contratto di espansione consente prepensionamenti e conseguenti nuove assunzioni tramite il meccanismo 1 a 3. In pratica, con 3 prepensionamenti, viene assunto dall’azienda un nuovo dipendente. La novità che tutti attendono dovrebbe essere un’altra. La volontà, pare, è quella di inglobare anche le PMI, scendendo sotto il limite dei 50 dipendenti per poter dar vita al super contratto di espansione.
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