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Molestie sul lavoro, in che modo tutelarsi: cosa dice la legge e le ultime novità

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Maria Verderame

Molestie sul lavoro, cosa fare se si è vittime? Ecco cosa dice la legge e la recente novità che tutela le donne. 

Negli ultimi anni è salita tantissimo l’attenzione verso i reati contro le donne, in particolare le molestie sessuali e gli stupri. Dopo il Metoo anche in Italia si sta comprendendo sempre di più la gravità verso reati odiosi come questi. Anche se c’è ancora tanta strada da fare, sempre più persone comprendono l’importanza del consenso della donna e della persona in generale.

molestie sul lavoro, come difendersi
Ecco la novità della Cassazione contro le molestie sul lavoro (ilovetrading.it)

Allo stesso tempo, proprio per questo motivo, meno donne sono disposte a tacere di fronte alle ingiustizie subite e sempre di più si affidano alle leggi che le tutelano. Il caso del momento è la denuncia coraggiosa della ragazza violentata a Palermo poco più di un mese fa, che ha mandato in carcere i suoi 7 stupratori nonostante le minacce subite.

Molestie sul lavoro, le tutele ci sono: ecco la novità

Fatti come lo stupro di massa avvenuto alla Vucciria a luglio e, ancora quello accaduto al Parco Verde di Caivano contro due ragazzine 13enni, hanno scosso l’opinione pubblica italiana, mettendo tutti d’accordo sulla necessità di trovare una soluzione concreta in difesa delle donne, oltre che sulla necessità di una punizione esemplare per chi si è macchiato dei reati in oggetto.

Molestie sul lavoro, come difendersi
Legittimo il licenziamento per molestie sessuali (ilovetrading.it)

Tuttavia, ancora non è stato infranto lo stereotipo secondo il quale non si può essere vittime di violenza sessuale in qualsiasi contesto, come ad esempio sul luogo di lavoro. Non esiste, ad esempio, in Italia una legge specifica per punire queste condotte su questi luoghi e ciò spesso lascia le vittime piene di interrogativi sul come difendersi e uscire dalla violenza.

Va considerato inoltre che la relazione tra datore di lavoro e vittima espone le donne al rischio di ricatto, una violenza psicologica che è tipica dei che si verificano tra le mura domestiche. Molte donne, per paura di perdere il lavoro, spesso tacciono. Tuttavia, una recente sentenza della Cassazione apre uno spiraglio di speranza per le donne vittime di molestie sul lavoro.

I giudici della Cassazione hanno accolto il licenziamento di un lavoratore da parte di un’azienda sita in Toscana, per aver fatto battute a sfondo sessuale contro una collega. Secondo i giudici, può essere molestia anche se non si sfiora la vittima e questo atteggiamento non può essere definito goliardico.

Nel caso particolare, il dipendente aveva fatto ricorso perché la Corte d’Appello di Firenze aveva dichiarato legittimo il suo licenziamento da parte del suo datore per aver fatto battute a sfondo sessuale contro una collega neoassunta all’interno di un bar. La donna lo aveva denunciato due volte per averle fatto delle allusioni sessuali e delle molestie fisiche.

Il collega aveva fatto ricorso sostenendo che la collega non fosse credibile, dopo che il giudice aveva archiviato una sua denuncia di stalking e violenza sessuale nei suoi confronti. Sebbene la Corte avesse sostenuto che il reato di stalking non era collegato ai fatti e ai motivi di licenziamento, tuttavia il comportamento è stato considerato molestia sessuale, anche se non ci sono state aggressioni.

Tale decisione si basa sulla normativa italiana in materia di Pari Opportunità del 2006 e sulla Direttiva Europea 2002/73/Ce, che proibiscono le discriminazioni basate sul sesso. Il datore di lavoro può, dunque, licenziare chi mette in atto comportamenti umilianti e degradanti che ledono la sicurezza e reputazione dei colleghi.

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