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Quanto diventa più ricca la pensione per ogni anno di lavoro in più | Tutti sbagliano

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Giuseppe F.

Trattenersi al lavoro oltre i limiti previdenziali conviene? Ecco quanto vale, più o meno, un anno di lavoro in più a fini della pensione.

Tutti i lavoratori che si avvicinano all’età pensionabile si chiedono a quanto ammonterà il loro assegno previdenziale una volta terminata la carriera professionale. E quasi tutti si domandano quanto convenga continuare a lavorare ai fini di far crescere la pensione. Ha davvero senso stringere ancora i denti per un anno o più allo scopo di ottenere un assegno previdenziale più elevato?

Lavorare un anno in più per pensione alta
Lavorare un anno in più per una pensione più alta: come funziona (Foto: Ansa) – ilovetrading.it

Putroppo è sempre complicato gestire i dubbi particolari e le preoccupazioni soggettive che ineriscono le reali capacità economiche degli anni della pensione. Ma in generale la situazione è più o meno chiara. Secondo il sistema contributivo, che è quello che coinvolge la maggior parte dei lavoratori, l’ammontare dell’assegno pensionistico è legato ai contributi versati nel corso della sua vita professionale.

Quindi il montante contributivo, cioè l’insieme dei contributi versati dal lavoratore, cresce effettivamente per ogni anno di lavoro in più. Nello specifico, un lavoratore dipendente versa ogni anno a titolo di contributi il 33% della sua retribuzione lorda annua. Ma non va dimenticato che il calcolo è un po’ più complesso.

Il montante contributivo non è un valore assoluto, ma cambia in base al coefficiente di trasformazione, che viene aggiornato con cadenza biennale. Questo coefficiente da applicare al montante muta poiché legato al costo della vita. Inoltre cresce con l’età del lavoratore che va in pensione. Quindi andare in pensione con un anno di ritardo comporta davvero il vantaggio di un coefficiente maggiorato.

Un anno di lavoro in più per avere una pensione più alta: gli esempi pratici

Ritardare di un anno l’accesso alla pensione, in questi casi, fa aumentare l’assegno previdenziale percepito. Il punto è però capire quanto vale di preciso un anno in più di lavoro sulla pensione. In altre parole: cosa si guadagna concretamente rinviando di un anno o più anni la pensione?

Un anno di lavoro in più per pensione più alta
Quanto aumenta la pensione con un anno di lavoro in più (Foto: Ansa) – ilovetrading.it

Ecco un esempio pratico. Se un lavoratore ha accumulato un montante contributivo pari a 300.000 euro e che va in pensione a sessantasette anni nel 2023, dovrebbe percepire una pensione lorda di 17.160 euro l’anno, suddivisa in tredici mensilità di 1.320 euro lordi.

Restando a lavorare un anno in più lo stesso lavoratore farà crescere il coefficiente di trasformazione, che non sarà più del 5,72%, ma salirà al 5,93%. Crescerà anche il montante contributivo: per esempio potrebbe raggiungere i 310.00 euro. In questo caso la pensione annua sarà pari a 18.383 euro lordi. Lavorando un anno in più, si ottiene così una pensione lorda annua più alta.

Quindi, sì, conviene trattenersi un anno di più al lavoro, ma solo in certi casi. Lavorare un anno in più porta a un beneficio pensionistico per i rediti bassi, ma non per quelli alti. Le tasse, nei redditi alti, eliminano quasi del tutto il vantaggio di una migliore rendita. A oggi, fino a 15.000 euro, infatti, si applica l’aliquota IRPEF minima del 23%. Oltre tale soglia si va al 27% e poi a salire. Le aliquote potrebbero però cambiare con la riforma del fisco voluta dal Governo Meloni.

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