Non tutti sanno che esiste uno strumento grazie al quale è possibile maturare i requisiti per la pensione anche se non si lavora.
In alcuni casi l’attività lavorativa potrebbe essere sospesa o interrotta, causando dei vuoti contributivi che incidono pesantemente sulla pensione. In base all’attuale sistema previdenziale, per accedere alla pensione di vecchiaia sono necessari, oltre che 67 anni di età, anche 20 anni di contribuzione.
Per venire in contro a coloro che hanno carriere professionali discontinue, il legislatore ha previsto l’istituto del riscatto, grazie al quale è possibile colmare i periodi scoperti da contributi e maturare i presupposti per il pensionamento. Si tratta, tuttavia, di un’operazione che comporta dei costi e necessita dell’approvazione da parte dell’INPS.
Riscatto per i periodi non coperti da contributi previdenziali: la procedura corretta
I contribuenti interessati al riscatto oneroso devono presentare all’Istituto di Previdenza un’apposita richiesta, che può pervenire in qualunque momento. L’istanza può essere inviata telematicamente, attraverso il sito web dell’INPS, avvalendosi del supporto di un CAF/ Patronato oppure telefonando il Contact Center dell’Istituto, al numero 803.164 (da rete fissa) o 06.164.164 (da rete mobile).
Bisogna anche dimostrare la sussistenza del rapporto di lavoro, allegando la documentazione necessaria, come libretti di lavoro, buste paga, lettere di assunzione e di licenziamento. Nel caso in cui tale certificazione sia redatta in lingua straniera, è obbligatoria la traduzione con la convalida dell’autorità diplomatica o consolare dello Stato in cui è stata svolta l’attività lavorativa. In alternativa, la convalida può essere rilasciata da traduttori autorizzati.
Gli interessati possono presentare anche dichiarazioni dalle quali emergono la tipologia del rapporto di lavoro e la sua durata, emesse da istituzioni pubbliche e appositamente tradotte. Gli elementi essenziali del rapporto lavorativo (ad esempio, la retribuzione o la qualifica ricoperta), infine, possono essere dimostrati anche tramite testimonianze.
Riscatto per periodi lavorativi esteri: è consentito?
Molti lavoratori prestano attività lavorativa anche all’Estero, per scelta oppure per necessità. Se il Paese interessato è uno di quelli extra-comunitari che non hanno sottoscritto alcuna convenzione in tema d’assicurazione sociale con l’Italia, il contribuente ha diritto a richiedere il riscatto.
In particolare, possono essere riscattati gli interi periodi di svolgimento dell’attività lavorativa all’Estero, oppure solo una parte di essi. C’è, quindi, anche la possibilità di provvedere unicamente per le settimane che servono ai fini della maturazione dei presupposti per ottenere il pensionamento. I contributi verranno riconosciuti soltanto dopo il pagamento della somma dovuta. Anche in questo caso, bisogna dimostrare la sussistenza e la durata del rapporto di lavoro.