Maggioranza condominiale e quorum: equilibrio tra millesimi e decisioni. Cosa c’è da sapere per capire meglio questo intricato mondo.
Le dinamiche dell’assemblea condominiale si basano su principi chiave come il quorum costitutivo e deliberativo, oltre alle maggioranze per teste e per quote. Queste regole evitano che una minoranza imponga il proprio volere o che pochi individui influenzino le decisioni dell’intero gruppo.
Le decisioni in un condominio vengono prese tramite votazione a maggioranza. Tuttavia, per prevenire il potere eccessivo di pochi, la legge stabilisce criteri specifici affinché l’assemblea sia validamente costituita e possa prendere decisioni legalmente vincolanti. In questo contesto, sorge una domanda intrigante: quali sono le implicazioni quando un condomino detiene la maggioranza dei millesimi?
Immaginiamo una situazione in cui un singolo proprietario possiede oltre il 50% dei millesimi nell’edificio condominiale. Come si svolgerebbe l’assemblea in tale contesto? È possibile contrastare le decisioni del condomino maggioritario o bisognerebbe sottostare alla sua volontà in modo ineluttabile? Vediamo come la legge affronta questa situazione.
L’assemblea condominiale deve rispettare specifici quorum per essere valida e operativa. Il termine “quorum” indica la soglia minima di partecipanti necessaria per considerare l’assemblea valida. In particolare, la legge distingue tra: Quorum costitutivo: il numero minimo di partecipanti richiesto per rendere l’assemblea formalmente costituita; Quorum deliberativo: il numero di votanti necessari per rendere una deliberazione valida. Il quorum costitutivo è un prerequisito per il quorum deliberativo; senza il primo, le votazioni sugli argomenti all’ordine del giorno sarebbero inutili. Il presidente dell’assemblea deve innanzi tutto verificare il raggiungimento del quorum costitutivo. Successivamente, per ciascuna decisione, è necessario verificare se il quorum deliberativo è stato soddisfatto.
Impatto della maggioranza dei millesimi
È possibile che un condomino sia conteggiato nel quorum costitutivo ma non in quello deliberativo. Ad esempio, se un condomino lascia l’assemblea prima della conclusione, la sua presenza contribuirà al quorum costitutivo ma non a quello deliberativo per le decisioni successive. Ciascun quorum richiede una doppia maggioranza: Maggioranza per teste: basata sulla presenza fisica dei partecipanti; Maggioranza per quote: calcolata in base ai millesimi di ciascun condomino. Ad esempio, un condomino possedendo un quinto dell’edificio conta come 1 testa ma 200 millesimi.
Per esemplificare, la legge stabilisce che l’assemblea in prima convocazione è valida con almeno i due terzi del valore totale dell’edificio (maggioranza per quote) e la maggioranza dei partecipanti (maggioranza per teste). Le deliberazioni richiedono una maggioranza di voti che rappresenti la metà del valore dell’edificio (maggioranza per quote) e la maggioranza dei presenti (maggioranza per teste). Il sistema di quorum e doppia maggioranza impedisce a una minoranza di bloccare l’assemblea e a pochi individui di imporre la propria volontà.
Perciò, un condomino con la maggioranza dei millesimi non può dominare la situazione poiché, per il calcolo della maggioranza per teste, conta come una sola persona. Anche con una quota elevata, ad esempio 600 millesimi, non potrebbe decidere unilateralmente, poiché la legge richiede la maggioranza delle teste per approvare deliberazioni. In sostanza, in un condominio, il potere non è sempre nelle mani di chi possiede più millesimi. Tuttavia, è innegabile che un condomino con la quota maggioritaria possa influenzare significativamente le decisioni dell’assemblea.