Secondo un report di Confartigianato, la manodopera in Italia è in netto calo rispetto la richiesta da parte delle aziende.
L’andamento degli ultimi anni in Italia, fotografa una crescente difficoltà nella ricerca di manodopera specializzata. Confartigianato lancia un “sos assunzioni” con un rapporto da cui emerge che per le imprese italiane è diventato sempre più difficile trovare manodopera. È un vero e proprio allarme per un fenomeno diffuso in tutta Italia.
A livello regionale le singole imprese che faticano di più a trovare dipendenti operano in Trentino-Alto Adige, con il 61,6% del personale di difficile reperimento. A quelle trentine seguono le imprese della Valle d’Aosta (57,1%), dell’Umbria (54,6%), del Friuli-Venezia Giulia (53,3%), dell’Emilia-Romagna (52,7%), del Piemonte (52%) e del Veneto (51,4%).
Invece, è nel Lazio la percentuale più bassa con il 40,8%. Dal rapporto presentato da Confartigianato emerge inoltre che, tra le cause della situazione di difficile reperimento di manodopera, per il 32,4% dei lavoratori è dovuto alla mancanza di candidati ed il 10,8% all’inadeguata preparazione degli stessi.
Progetti di integrazione con le imprese
Per incrementare la presenza di manodopera, le piccole imprese hanno intensificato negli anni le collaborazioni con gli istituti tecnici e professionali, con la partecipazione a stage, tirocini, percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Quest’operazione, nata per invogliare gli studenti verso il mondo del lavoro all’interno dell’impresa, si sta rivelando efficace.
Inoltre, sono state apportate alcune modifiche per deviare l’andamento negativo tra cui: l’aumento delle retribuzioni, affiancamento con pacchetti di welfare aziendale, molta più flessibilità nell’orario di lavoro, l’utilizzo dello smart working e alcuni interventi per migliorare il clima aziendale, il comfort e la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Secondo Confartigianato, bisogna continuare a con piani di integrazione con i futuri lavoratori. È necessario avvicinare la scuola al mondo del lavoro, per formare i giovani e soprattutto è necessario lavorare per rilanciare l’immagine degli Istituti Professionali e gli Istituti Tecnici.
Purtroppo, l’immagine degli Istituti Tecnici è stata fin spesso associata ad una cattiva didattica, ad uno standard scolastico in cui lo studente sceglie questo indirizzo perché non in grado di perseguirne altri. Questa idea ha gravemente danneggiato le scuole tecniche che, ancora oggi, rimangono i centri migliori per lo sviluppo di competenze specifiche.
È essenziale promulgare dei piani sull’alternanza scuola lavoro e sull’apprendistato duale e professionalizzante. Il leader di Confartigianato conclude dicendo che «Bisogna insegnare ai giovani che nell’impresa ci sono opportunità, adeguatamente retribuite, per realizzare il proprio talento, le proprie ambizioni, per costruirsi il futuro».