Quanto spetta a una persona con invalidità al 91%? Questa percentuale di invalidità dà diritto a prestazioni di tipo economico, agevolazioni fiscali e lavorative.
I gradi di invalidità, così come riconosciuti dalla legge italiana e comprovati dalle ASL, danno diritti a diverse prestazioni economiche. In generale, l’INPS eroga un sussidio o una pensione a partire dal riconoscimento del 75%. Dal 75% al 99% si parla di invalidità parziale.
Con il grado percentuale pari a 91 punti si ha dunque diritto all’Assegno ordinario di invalidità o la pensione di invalidità. Per ottenere la pensione di inabilità bisogna invece certificare un’invalidità totale (dunque del 100%). Anche l’indennità di accompagnamento si ottiene solo con l’invalidità totale e con l’accertamento dell’incapacità di deambulare (o di compiere atti della vita quotidiana senza assistenza).
Resta dunque l’Assegno ordinario di invalidità, cui si ha diritto se si lavora o si ha lavorato, e si hanno almeno 5 anni di contributi, di cui 3 versati nell’ultimo quinquennio. Abbiamo dunque a che fare con una vera e propria prestazione previdenziale.
Ciò significa che l’importo dell’assegno viene calcolato in base ai contributi versati, come se si trattasse della pensione, ma senza maggiorazioni. Allorquando il reddito superi di quattro volte il trattamento minimo, l’assegno non viene erogato. Tale contributo statale ha valenza triennale. E va rinnovato di 3 anni in 3 anni. Al terzo rinnovo diventa poi definitivo.
Invalidità al 91%: ecco che cosa spetta a livello economico e lavorativo
La pensione di invalidità civile è un trattamento assistenziale dedicato a chi non lavora e non ha mai versato contributi. Un altro canale di accesso è un reddito inferiore a 5.391,88 euro (per il 2023). Questo pensione, allo scattare dell’età pensionabile, viene quindi convertita in assegno sociale. L’importo dell’assegno mensile, per l’anno in corso, è pari a 313,91 euro mensili.
L’invalidità al 91% dà diritto all’accesso ai servizi di sostegno e di collocamento dedicati alle categorie protette. Presentando un verbale di invalidità a un centro dell’impiego, si ha così diritto ad accedere prioritariamente a un posto di lavoro. L’invalido può anche godere delle quote di riserva relative alla legge sul collocamento obbligatorio.
Dal punto di vista pensionistico, il 91% di invalidità dà diritto ai contributi figurativi: per ogni anno lavorato alle dipendenze di un datore di lavoro pubblico o privato, sono accreditati 2 mesi di contributi figurativi in più, fino a un massimo di 5 anni.
Con un’invalidità al 91% si ha anche diritto all’esenzione dal pagamento del ticket sanitario. C’è poi in ballo la possibilità di essere agevolati nelle graduatorie comunali per l’assegnazione delle case popolari.
Ci sono le agevolazioni sulla tassa da asporto rifiuti (TARSU), il congedo per cure e altre agevolazioni fiscali locali. Non vanno dimenticati i diritti agli sconti sulla telefonia fissa e mobile, il contrassegno per disabili e i contributi per l’eliminazione delle barriere architettoniche in casa.