I rincari su diesel e benzina pesano tantissimo sulle famiglie italiane: ecco le mosse del Governo Meloni.
Tra i tanti, tantissimi, rincari cui abbiamo assistito e stiamo assistendo in questi mesi, uno di quelli che ha fiaccato maggiormente la resistenza degli italiani è quello che riguarda il settore carburanti. Oggi, però, il Governo è pronto a fare un “regalo” agli italiani. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul bonus carburante.
I rincari su diesel e benzina iniziano a pesare sul bilancio delle famiglie italiane già un anno e mezzo fa, con lo scoppio della guerra in Ucraina, che scatena anche una sorta di psicosi sul rischio di non trovare più carburante nelle stazioni di rifornimento.
In realtà, il carburante si trova, ma si trova a caro prezzo. Il listino cresce nei mesi con il diesel che arriva addirittura a costare più della benzina. L’allora Governo presieduto da Mario Draghi pose rimedio con il taglio delle accise. Una misura che il nuovo Esecutivo, guidato da Giorgia Meloni, non intese prorogare. Ora, però, complici gli ulteriori aumenti, il Governo ha deciso di rompere gli induci con il bonus carburante. Ecco come funziona.
Nei mesi, infatti, i rincari hanno colpito soprattutto chi usa il mezzo per lavoro. Ma gli aumenti di queste settimane hanno invece ingrossato il bilancio per affrontare le vacanze da parte degli italiani. Proprio nel periodo di massimo esodo estivo, infatti, il costo di diesel e benzina è salito quasi ovunque oltre i due euro al litro. Per questo, dunque, il Governo Meloni ha pensato a questa misura che vi esponiamo.
In realtà, l’Esecutivo è di fronte a un bivio. Fin qui ha cercato di porre rimedio alle possibili speculazioni obbligando i distributori a esporre i prezzi medi. Ma sembra troppo poco, vista la situazione. Per cui sta pensando di creare un bonus carburante per i meno abbienti, che consiste di fatto in uno sconto sul prezzo.
Secondo gli esperti, se si riducesse di circa il 50% lo sconto sulle accise sui carburanti e si utilizzassero le risorse così liberate per trasferimenti compensativi, l’aggravio di spesa a carico delle famiglie meno abbienti si ridurrebbe di 0,6, 0,9 o 1,3 punti, a seconda che la compensazione monetaria fosse erogata con modalità analoghe al bonus 200 euro, al bonus 150 euro o ai nuovi bonus sociali. Il problema, però, è che un taglio delle accise come quello voluto da Draghi costò 9 miliardi, mentre l’idea cui sta lavorando il Governo costerebbero un miliardo. Ma i soldi non ci sono.
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