È possibile andare in pensione con soli 28 anni di contributi e 63 anni di età? Ecco chi può richiedere l’anticipo pensionistico e con quali requisiti.
Riuscire ad andare in pensione in Italia è tutt’altro che semplice. Complici carriere sempre più frammentarie e lavorio precario, raggiungere i requisiti che consentono di interrompere l’attività lavorativa e godersi il meritato riposo può sembrare, in alcuni casi, una sorta di miraggio. Per la pensione di vecchiaia ordinaria occorre infatti raggiungere i 67 anni e avere accumulato almeno 20 anni di contributi.
Oppure, fino al 31 dicembre 2026, si potrà ottenere il cedolino mensile avendo accumulato almeno 42 anni e 10 mesi e 41 anni e 10 mesi di contributi rispettivamente per gli uomini e per le donne. Ci sono alcune strade alternative che consentono di ottenere la pensione anticipata, ma vanno analizzate con attenzione soprattutto per verificare la sussistenza dei requisiti.
Pensione, come andarci a 63 anni e con 28 di contributi? C’è un metodo preciso
Una di queste consente di ottenere la pensione con 20 anni di contributi versati ed un’età decisamene inferiore a 67 anni. Ma a chi spetta questo scivolo pensionistico? Ebbene si tratta di una misura contemplata dal sistema previdenziale per quanto riguarda gli invalidi che abbiano un’invalidità pensionabile uguale o superiore all’80%. Nel loro caso, se donne possono lasciare il lavoro a 56 anni, se uomini a 61 anni e con soli 20 anni di contributi.
Un’altra possibilità prevede uno sconto importante sui contributi versati, consentendo di andare in pensione a 63 anni con 28 anni di contributi. Il ‘metodo’ è legato all’Ape sociale, misura istituita proprio per consentire di fruire di un anticipo pensionistico a partire dall’età di 63 anni.
I beneficiari sono invalidi (con almeno il 74% di invalidità) ma anche disoccupati (per perdita involontaria del lavoro), caregivers (con coabitazione da almeno 6 mesi con l’invalido grave) e lavoratori con occupazioni considerate gravose. Per le prime categorie sono richiesti 30 anni di contributi, per l’ultima categoria tra i 32 ed i 36 anni.
Ricordiamo che nel caso di lavori gravosi il requisito è che l’attività sia stata svolta, partendo dalla data di presentazione della domanda e andando a ritroso, per 6 degli ultimi 7 anni o per 7 degli ultimi 10 anni.
Non finisce qui perché le donne che usufruiscono dell’Ape sociale possono ottenere un ulteriore beneficio collegato ai figli avuti. Nella fattispecie ogni figlio permette di ottenere, sui requisiti contributivi, un anno di sconto. Nel caso di un figlio, dunque, si potrà andare in pensione con 29 anni di contributi che scenderanno a 28 qualora una donna abbia avuto due o più figli. Ecco dunque come andare in pensione a 63 anni con 28 di contributi.