I lavoratori con più ferie e giorni liberi garantiscono prestazioni migliori sul lavoro. Un articolo del Wall Street Journal spiega il motivo (anche se è facilmente intuibile).
Basta una vacanza in più per diventare lavoratori più efficienti e produttivi. Il riposo rigenera mente e corpo e si tornerà a lavoro più carichi.
Le aziende devono entrare nell’ottica che un lavoratore felice è un lavoratore migliore. Se si intende aumentare la produttività e incrementare la performance aziendale occorre considerare le necessità dei dipendenti e farli sentire apprezzati nonché parte importante del contesto.
Come possono i datori di lavoro rendere più felici i lavoratori? Adottando le misure consigliate per il welfare aziendale. Eppure tante imprese continuano a ignorare tale possibilità “inimicandosi” sempre più i dipendenti e rendendo loro la vita difficile. Come potranno, poi, pretendere il massimo se non sono disposte a mostrare interesse per i lavoratori?
Fortunatamente ci sono aziende che, al contrario, testano la fedeltà e il benessere dei dipendenti al fine di migliorare la produttività aziendale. Il colosso Ernst & Young, ad esempio, ha studiato i propri lavoratori per arrivare a confermare una verità ormai accertata.
Vacanze e migliori prestazioni lavorative, la correlazione è stata accertata
Secondo l’indagine di Ernst & Young bastano 10 ore extra di ferie al mese per ottenere un aumento medio dell’8% nelle valutazioni delle prestazioni annuali. Staccare la spina, rompere la routine, rigenerare mente e corpo è necessario per poter tornare più concentrati e operativi di prima.
Lo studio è stato condotto su più di 5 mila persone. I risultati hanno riportato come i dipendenti che utilizzano più giorni di ferie sono promossi ad un tasso doppio rispetto a chi rimane a lavoro per ore e ore, settimane e settimane, mesi e mesi senza mai una pausa – i cosiddetti stacanovisti.
Il tempo libero è un carburante, dà energia e potenzia il pensiero creativo. L’inattività è chiamata dagli psicologi periodo di “incubazione” che porterà intuizioni e risoluzioni efficienti una volta tornati a lavoro. La ricerca ha sottolineato, dunque, come occuparsi di questioni non lavorative dia un input al cervello nell’elaborazione di nuove idee nel subconscio.
Tutto molto bello ma poco realistico per l’Italia? La famosa settimana corta, un progetto già adottato in varie nazioni potrà mai prendere realmente piede nella nostra penisola? Nel Regno Unito 18 aziende su 60 che hanno sperimentato la settimana corta hanno già deciso di adottarla in modo permanente. I lavoratori sono più felici e si elimina il rischio delle grandi dimissioni, un reale pericolo quando i dipendenti vivono nell’ansia continua.