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Ubriaco di lavoro, è una malattia vera e non un modo di dire: chi è il workaholist

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Claudio Rossi

Workaholism. Mai termine fu più azzeccato: ecco come capire se si è ubriachi di lavoro e come comportarsi

Lavorare per vivere e o vivere per lavorare? È uno dei dualismi più atavici della natura umana. Essere appassionati del proprio lavoro è sicuramente qualcosa di positivo, che ci fa anche rendere meglio. Ma attenzione a non esagerare, perché si rischia un’overdose di lavoro, anzi, una ubriacatura di lavoro. Ecco di cosa si tratta e come riconoscere il problema.

Workaholism: come riconoscerlo
Workaholism: come riconoscerlo e come contrastarlo foto: Ansa – (ilovetrading.it)

La stessa pandemia da Covid-19 ha cambiato molto il modo di intendere il lavoro. Se, prima, vi era una più netta distinzione tra ambiente di lavoro e ambiente domestico, familiare, personale, lo smart working ha reso tutto molto più inglobato. Il rischio, quindi, è quello di non riuscire più a fare una differenza, quindi, non staccare mai.

Peraltro, vi sono persone che sono anche maggiormente predisposte a farsi inglobare totalmente dal lavoro: l’espressione workaholism indica letteralmente l’ubriacatura da lavoro, che, al giorno d’oggi, interessa sempre più persone. Ecco come riconoscere questa condizione.

Workaholism: come riconoscerlo e come comportarsi

Il termine non è banale, perché indica una vera e propria dipendenza, proprio come l’alcolismo. Attenzione perché, come detto, si va ben oltre la passione per il lavoro, ma si rende patologica una convinzione propria della nostra società: la nobiltà del lavoro, il lavoro che rende liberi e indipendenti e affranca dal bisogno. Una dipendenza che non solo non ci fa mai staccare dall’ambito professionale, ma che ha anche dei sintomi ben precisi, sebbene non sia stata ancora compiutamente codificata dalla scienza.

Ubriachi di lavoro
Ubriachi di lavoro: cos’è il workaholism foto: Ansa – (ilovetrading.it)

Ma c’è sempre maggiore attenzione su questo fenomeno, tanto che gli studiosi hanno anche individuato dei sintomi. Per esempio, un pensiero costante al lavoro, agli obiettivi, alle scadenze. Il lavoro diventa l’unica ragione di vita, anche a fronte degli affetti personali e degli altri interessi.

Al punto da ritenere che sia la loro unica ragione di vita. Una condizione che va a incidere profondamente sul benessere psicofisico delle persone workaholic, causando difficoltà a relazionarsi col prossimo, oltre che concreti problemi del sonno, disturbi alimentari, ansia, irritabilità e attacchi di panico.

Ovviamente, in questo caso, come in molti altri che minano non solo la nostra stabilità emotiva, ma che hanno anche degli effetti piuttosto gravi sulla nostra salute fisica, il consiglio è sempre quello di non sottovalutare e, anzi, di rivolgervi il prima possibile a psicologi, psichiatri e specialisti, al fine di non aggravare definitivamente la situazione.

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