Tutti coloro che sono alle soglie dell’età pensionabile ma si trovano indietro con la contribuzione possono chiedere il riscatto anticipato dei contributi INPS
Ecco a cosa servono dunque i contributi da riscatto ai fini previdenziali e pensionistici: a integrare il quadro previdenziale e a riempire o arginare i periodi scoperti da versamenti. Tramite i giusti contributi è infatti possibile raggiungere il numero opportuno di anni per ottenere la pensione con le varie quote previste dalle nuove misure previdenziali.
Potremmo dunque descrivere il riscatto anticipato dei contributi come un rimedio per non dover rimandare la pensione. Questi contributi possono essere riscattati su domanda del lavoratore ma non in automatico e non gratuitamente.
In pratica bisogna pagare un determinato importo per sfruttarli. Ecco dunque in cosa si distinguono dai contributi figurativi (per esempio quelli per malattia o per congedo di maternità), che vengono accreditati senza alcun onere per il lavoratore.
Ma come funziona il riscatto anticipato dei contributi presso l’INPS? Moltissimi lavoratori, e non sempre per colpe proprie, devono fare i conti con periodi privi di versamenti previdenziali.
Per questo sono costretti a versamenti aggiuntivi e integrativi, per far sì che si possa conseguire la pensione (con un importo tollerabile). Si tratta insomma di aggiungere con ritardo tutti quei contributi che mancano. Come? Riscattandoli a pagamento.
Riscatto anticipato INPS: ecco in quali casi è possibile
Ricevendo l’opportuno pagamento, l’INPS considererà i contributi aggiuntivi come se fossero stati versati tempestivamente e facendoli diventare utili per conseguire il diritto a tutte le prestazioni previdenziali e pensionistiche, compresa la pensione di anzianità.
Lo Stato e l’INPS permettono di riscattare contributi da molteplici situazioni. Il caso più noto è quello degli anni di corso di studi universitari. Se un lavoratore ha studiato quattro o cinque anni, può far figurare quel periodo come anni di lavoro, riscattando i contributi.
Ciò si può fare anche per i periodi di lavoro all’estero e, soprattutto, per periodi di lavoro non coperti da contribuzione. Poi l’INPS prevede la possibilità di riscatto anche per fasi di lavoro con contributi omessi o prescritti. Altri periodi riscattabili sono quelli spesi per il servizio civile (solo successivo al primo gennaio 2009), l’aspettativa per gravi motivi di famiglia e i periodi di assenza facoltativa per maternità al di fuori del rapporto di lavoro.
Inoltre, con la cosiddetta “pace contributiva”, introdotta dal 2019 al 2021 in favore dei lavoratori più giovani, si possono anche riscattare, con onere agevolato, i periodi per i quali non sussiste l’obbligo contributivo, sino a un massimo di cinque anni.
La domanda per il riscatto anticipato dei contributi va presentata all’INPS territorialmente competente in base al luogo di residenza del richiedente, presso l’ufficio o anche tramite il servizio online. L’INPS, dopo aver fatto i propri calcoli, rivelerà l’importo da pagare: il cosiddetto onere di riscatto.