Pensi che lasciare i soldi nel tuo conto in banca sia ancora così sicuro? Forse non hai mai sentito parlare di “debanking”.
Il Financial Conduct Authority ha svelato che durante il biennio 2016/2017 sono stati chiusi più di 45.000 conti correnti senza alcuna apparente motivazione. I dati sono allarmanti, la curva è salita esponenzialmente a 343.000 nel biennio 2021/2022, circa 1.000 per ogni giorno lavorativo.
Il caso “debanking” ha inizio dalla vicenda di Nigel Farage, politico inglese, che aveva denunciato l’improvvisa chiusura del suo conto corrente bancario senza un apparente motivo. Dopo aver chiesto delucidazioni in merito, Farage ha ricevuto una documentazione in cui non erano state avanzate ragioni economiche per la chiusura del conto.
Le cause, stando a quanto riportato nella documentazione avanzata dalla banca di Farage, risiederebbero nelle idee politiche e nella condotta del politico inglese. Dunque, si tratterebbe di motivazioni esterne alle ragioni economiche che, di norma, porterebbero alla chiusura di un conto bancario. Il caso Farage ha scoperchiato altre situazioni simili all’interno del Regno Unito.
Banche e conti correnti al sicuro?
La pratica del “debanking” sarebbe già stata messa in pratica più volte per ragioni che non riguardano questioni economiche. Sembrerebbe, infatti, soprattutto nel Regno Unito, che politica ed economia personale non siano slegate e le azioni dei singoli nei contesti esterni, influenzino notevolmente la decisione degli headquarters delle banche.
Se le vedute personali non rispecchiano quelle dell’istituto di credito a cui ci affidiamo, potrebbero verificarsi questi gravi inconvenienti? Il fenomeno del “debanking” non è stato ancora segnalato in Italia, sembrerebbe, per il momento, una vicenda relegata al Regno Unito.
Negli ultimi anni si è registrata una tendenza mondiale nell’uso crescente dei pagamenti digitali a discapito del denaro contante. Ciò implica il fatto che le banche stanno assumendo un potere sempre più pregnante nelle nostre vite. L’istituto di credito assume un potere di ricatto nei confronti del cliente, in grado di impedire la libertà personale.
È naturale pensare, a questo punto, che l’istituto di credito sia diventata più una estensione delle azioni governative e di chi si trova ai vertici, piuttosto che un servizio dedicato ai propri clienti. Per questo è necessario garantire sempre al cittadino un’alternativa al controllo di un soggetto economico e finanziario.
Recentemente in Austria si sta discutendo in queste settimane se rendere il contante un diritto costituzionale, privilegiandolo rispetto alle transazioni digitali di cui tutti fanno uso comune quotidianamente. Questa decisione potrebbe migliorare e preservare i clienti dal controllo eccessivo degli istituti di credito.