Il Governo Meloni ha deciso di rivoluzionare il sistema pensionistico italiano. Quali potrebbero essere i nuovi importi e come cambieranno le di uscite anticipate.
Le idee in ballo sono tante ma non è ancora chiaro in che modo l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni risolverà la delicata situazione della riforma del sistema previdenziale. Dopo mesi caratterizzati da proclami più o meno eclatanti, il Governo continua a prendere tempo.
Per adesso, dunque, nulla è cambiato: la legge Fornero rimane in vigore, e ci si avvia a una probabile proroga di quota 103. E intanto sembra che stia perdendo slancio l’idea di finanziarie la quota 41 per tutti, così come richiesto da Salvini.
Qualche anticipo di novità potrebbe dipendere dall’entrata in vigore delle nuove aliquote, con la riduzione degli scaglioni IRPEF che dovrebbe attuarsi grazie alla riforma fiscale. La revisione delle aliquote Irpef andrà infatti a incidere sugli importi delle pensioni nette per i pensionati.
E con le nuove aliquote IRPEF i redditi annui tra 28.000 euro e 50.000 euro, vale a dire chi percepisce pensioni tra 2.150 euro circa e 3.700 euro al mese circa, potrebbero conoscere importanti aumenti delle pensioni (l’aliquota di tassazione scenderebbe dal 35% al 27%).
Riguardo al tema delle pensioni anticipate è tutto molto più nebuloso. Rivedere in toto l’attuale legge Fornero sembra impossibile, così come appare impraticabile l’idea di ridurre i requisiti di uscita attualmente richiesti per tutto.
Si punta quindi all’attuazione di nuovo scivolo pensionistico riservato solo alle donne over 60 e che potrebbe avere lo stesso meccanismo dell’APE sociale. In pratica, si vorrebbe dar forma al pagamento di una indennità fino al compimento del sessantettesimo anno di età.
In questo senso è più che possibile una proroga dell’ape sociale, per andare in pensione a 63 anni di età e con 30 o 36 anni di contributi. Salvini ha affermato di voler estendere questa possibilità a una più amplia platea di beneficiari (includendo nuove mansioni gravose o usuranti), ma l’INPS ha già fatto capire che sarà difficilie finanziare il progetto.
Il Governo starebbe anche esaminando la possibilità di anticipare la pensione di vecchiaia per coloro che hanno un importo pensionistico di almeno 2,8 volte il minimo. Infine, si parla anche di una possibile proroga di quota 103, che permette la pensione anticipata a lavoratori di 62 anni con almeno 41 anni di contributi.
Cosa significa tutto ciò? In sostanza che la tanto vituperata riforma Fornero, cioè l’attuale punto cardine della previdenza italiana, non subirà grandi rivoluzioni almeno fino alla prossima Legge di Bilancio.
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