Il prelievo forzoso è una possibilità che non piace a nessuno. Il Governo rassicura in merito all’utilizzo di questa misura di emergenza.
Ha cominciato a girare la voce secondo cui il Governo applicherebbe un prelievo forzoso nei conti correnti degli italiani. L’esecutivo ha subito smentito questa notizia, spiegando che non c’è alcuna intenzione di utilizzare una simile misura in questa circostanza.
A far temere riguardo l’applicazione di un prelievo forzoso sui conti correnti italiani è stata una dichiarazione di qualche settimana fa di Matteo Renzi. Secondo lui la legge delega fiscale permetterà al Governo di attuare dei prelievi forzosi e mettere le mani direttamente nei conti correnti dei cittadini. La dichiarazione di natura politica del leader di Italia Viva ha messo in allerta gli italiani, che hanno un ricordo molto preciso del prelievo forzoso risalente dal Governo Amato.
Nel 1992 il Governo dovette prendere la decisione di operare un prelievo da tutti i conti correnti italiani per far fronte a una grave crisi economica e il risultato fu una paura costante dei cittadini che potesse accadere di nuovo. Il Governo tuttavia ci tiene a precisare che non ci sarà alcuna misura di tale tipo. Il prelievo forzoso è una misura di emergenza che lo Stato italiano può operare solo entro una ristrettissima parentesi di possibilità che sottintendono un periodo di grande difficoltà economica. Non è il caso di questo periodo secondo il Governo, che conferma di non avere intenzione di ricorrere a questa possibilità.
L’applicazione vera e propria del prelievo forzoso
Matteo Renzi fa riferimento in particolare all’articolo numero 16 del testo della legge delega fiscale. Questo articolo parla di razionalizzazione e automazione della procedura dei pignoramenti dei rapporti finanziari. Si tratta di un altro intervento del Governo a favore dell’automatizzazione e digitalizzazione delle pratiche burocratiche. Nel caso specifico parliamo di una automazione della procedura di ricerca e individuazione dei beni in possesso a un debitore del Fisco che possono essere pignorabili.
Questo sistema di ricerca automatica non fa altro che aumentare l’efficienza del sistema di ricerca e tracciamento dei conti corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima già da diverso tempo può rivolgersi all’Anagrafe dei Conti Corrente per sapere subito quali siano i conti correnti intestati a ogni cittadino che deve pagare delle tasse o delle multe arretrate. Grazie alla legge delega si abbatterebbe quella barriera che impedisce all’Agenzia di sapere quanto contiene il conto corrente di una persona e quindi capire se il pignoramento è applicabile in primo luogo.
Le reazioni della politica alle parole di Renzi
Alle parole di Renzi ha subito risposto il Viceministro all’Economia Maurizio Leo, che ha definito tutta la storia sollevata come “una tempesta in un bicchier d’acqua“, chiarendo che non è quello definito da Renzi l’obiettivo della legge delega. Il meccanismo infatti discende, secondo Leo, dal Codice di procedura civile e si applica anche ad altri casi in cui non c’entra lo Stato.
La procedura, insomma, verrebbe solo velocizzata e non potenziata in modo che lo Stato abbia uno strumento per prelevare soldi dai conti correnti. Questa è una cosa che può già fare e che continuerà a fare sotto tutte le condizioni e i limiti imposti dalla Legge.