Vi siete mai chiesti come funziona, nello specifico, il periodo di malattia? Scopriamo qual è il limite da non superare e come calcolarlo
Quando parliamo del mondo del lavoro, entriamo senza dubbio in un ambito molto complesso e che spesso può dare adito a parecchi dubito e anche interrogativi.
Vi siete mai chiesti, nello specifico, come fare per calcolare il tempo di cui si può usufruire da lavoro in caso di malattia, l’importo che si può percepisce e soprattutto quali sono i limiti da non superare per non rischiare di andare incontro a un licenziamento?
Ebbene, per scoprire questi e anche tanti altri dettagli sul periodo di malattia, non dovete fare altro che continuare a leggere: ecco, infatti, tutto quello che serve sapere per non commettere dei passi falsi.
Malattia periodo, come funziona e come si calcola dal lavoro
Come prima cosa è importante sottolineare che, quando parliamo del periodo di malattia, facciamo riferimento a una sezione non indifferente e soprattutto molto importante quando entriamo nell’ambito del mondo del lavoro. Il motivo è molto semplice ed è che, in poche parole, si tratta di uno specifico e ovviamente limitato periodo di tempo in cui un dipendente ha la possibilità di assentarsi dal proprio lavoro, a causa di una malattia o di un infortunio, senza incorrere nel rischio di perdere il proprio posto.
Sappiamo, innanzitutto, che ci sono due tipologie di comporto: quello, per così dire, secco con in quale si fa riferimento a un’unica malattia e quello per sommatoria, in cui si alternano giorni di lavoro ad altri di malattia.
Un’aspetto molto importante e che proprio non può essere sottovalutato quando parliamo del periodo di malattia è che, in questo specifico momento interessato, noi siamo in un certo senso tutelati dal codice civile e dai contratti collettivi: vale a dire che, in questa parentesi in cui ci assentiamo dal lavoro, il nostro datore non può licenziarci. Ci sono, tuttavia, delle circostanze in cui però questa tutela viene meno: ad esempio se il lavoratore commette un’azione compromettente o, ancora, se la malattia peggiora a tal punto fino a diventare inabile al lavoro.
Per quanto riguarda, in linea generale, il periodo di tempo da cui ci si può assentare dal lavoro per malattia, è importante ricordare anche che il limite di tempo stabilito viene determinato proprio dalla legge e soprattutto dal tipo di infermità che provoca l’assenza del dipendente. Proprio per questo motivo, per poter effettuare il calcolo del comporto, è importante considerare tutti quelli che sono i giorni utili e attestati all’interno del certificato.