Alcune famiglie potrebbero dire addio all’assegno unico universale. L’unico modo per tutelarsi è presentare subito una domanda.
Dopo lo stop al Reddito di Cittadinanza, ci saranno conseguenze negative per molte famiglie anche in relazione alla fruizione di un altro strumento fondamentale di aiuto. Da più parti infatti si leva un allarme: ci sono nuclei familiari che potrebbero perdere l’assegno unico.
Cosa sta succedendo? Il rimando al Reddito di Cittadinanza non è accessorio. Alcune famiglie beneficiarie del sussidio di contrasto alla povertà, in particolare quelle con figli al di sotto dei ventuno anni di età, finora hanno goduto in automatico anche dell’assegno unico.
Il Governo ha deciso per l’interruzione dopo soli sette mesi del 2023 del reddito di cittadinanza, e ciò vale per le famiglie con tutti i componenti tra i diciotto e i cinquantanove anni. Ma ovviamente esistono famiglie con figli di età compresa tra i diciotto e i ventuno anni non compiuti che fino a luglio, insieme al reddito, hanno percepito anche l’assegno unico. Ora dovranno dire addio sia al reddito che all’assegno unico.
Addio forzato all’assegno unico: come difendersi
Chi perde il primo sostegno, in pratica, perde pure il secondo. Questo perché vengono considerati attivabili al lavoro pure i ragazzi maggiorenni sui quali ancora vige il diritto all’assegno unico.
Esiste forse una domanda che può permettere a chi ha perso il Reddito di Cittadinanza di evitare la sospensione dell’assegno? In realtà no, a meno che queste famiglie non vengano prese in carico dai servizi sociali comunali per altre problematiche. Invece, per quanto concerne l’assegno unico, le famiglie interessate potranno presentare una nuova domanda, e così percepire l’aiuto indipendentemente dal reddito di cittadinanza e dal nuovo Supporto alla formazione e al lavoro.
L’INPS ha confermato quali sono i diritti di queste famiglie coinvolte dalla spiacevole situazione. E con una comunicazione speciale ha spiegato come come fare per evitare l’addio automatico all’assegno unico. Secondo l’istituto, con la fine del Reddito di Cittadinanza, l’assegno unico per i figli a carico continuerà a essere percepito solo da chi presenterà debita domanda all’INPS.
La conferma con le relative istruzioni sono contenute nel messaggio n° 2896, pubblicato il 7 agosto. Il punto è che molte famiglie sono ignare della situazione. E non sospettano che non prenderanno più l’assegno unico se non seguiranno le direttive dell’istituto.
Nel messaggio l’Istituto spiega che con l’entrata in vigore del decreto-legge n. 48/2023, relativo all’inclusione sociale e all’accesso al mondo del lavoro, nulla cambia per i nuclei familiari che includono figli minori o disabili. Per i nuclei percettori di reddito già sospesi nel mese di luglio l’integrazione assegno unico universale su RdC relativa alla mensilità di luglio verrà regolarmente corrisposta, senza subire ritardi (purché i nuclei familiari stessi rispettino alcuni requisiti).