La riforma fiscale è sempre più vicina e avrà conseguenze importanti sugli stipendi. Vediamo insieme cosa cambierà.
La delega fiscale per la riforma è stata approvata anche dal Senato: la riforma è sempre più vicina e questo avrà enormi conseguenze sugli stipendi di milioni di lavoratori. Analizziamo la situazione nei dettagli.
La riforma fiscale a cui il Governo Meloni sta lavorando è sempre più vicina. Sarà una riforma di ampio respiro che, dopo anni, coinvolgerà tutte le principali imposte del nostro sistema tributario: Irpef, Ires, IRAP e IVA. Il primo step riguarderà l’Irpef con l’abbassamento delle aliquote da quattro a tre. Inoltre verranno riviste anche le percentuali in modo da consentire a tutti – e in particolare ai redditi più bassi – di pagare meno tasse. Dunque a breve milioni di lavoratori potranno contare su buste paga più ricche.
Sono state fatte tante ipotesi sulle nuove percentuali Irpef. L’obiettivo del Governo è aiutare tutti ma, soprattutto, le fasce reddituali più basse e più esposte al rischio povertà.
L’intenzione del premier Giorgia Meloni è di estendere il più possibile il primo scaglione, quello con aliquota del 23%, che oggi si applica solo ai redditi fino a 15.000 euro. Estendendo il più possibile questa aliquota, aumenterebbero gli stipendi e, come naturale conseguenza, aumenterebbe anche il potere d’acquisto delle famiglie. Negli ultimi giorni ha preso piede l’idea di accorpare primo e secondo scaglione: in pratica i redditi fino a 28.000 euro pagherebbero un’aliquota al 25%. Ciò significherebbe 200 euro in più all’anno per i lavoratori.
Un’altra novità importante contenuta nella riforma fiscale è un’aliquota del 15% sulla tredicesima. I lavoratori sulla tredicesima mensilità non pagherebbero più l’Irpef al 23% ma solo al 15% con un beneficio in busta paga di circa 80 euro. Ma le novità non sono ancora finite: con la legge di Bilancio 2023 è stato incentivato il riconoscimento dei premi di produttività da parte dei datori di lavoro grazie all’introduzione di una nuova agevolazione fiscale. L’imposta da pagare sui premi di produzione entro i 3000 euro passerà dall’attuale 10% al 5%.
La riforma fiscale rivedrà anche il sistema delle detrazioni. In particolare è intenzione del Governo aumentare le detrazioni per chi ha figli, per chi deve sostenere spese per la salute ma anche per chi sceglie di investire in forme di previdenza complementare. L’Esecutivo sta lavorando per fare in modo di individuare dei costi deducibili direttamente in busta paga, così da ridurre ulteriormente l’ Irpef e aumentare ulteriormente lo stipendio netto percepito dal lavoratore.
A queste importanti novità si aggiungono quelle del decreto Lavoro: il taglio del cuneo fiscale e i fringe benefit. Il taglio del cuneo fiscale è passato dal 3% al 7% per i redditi lordi annui fino a 25.000 euro e dal 2% al 6% per quelli fino a 35.000 euro. Mentre la soglia di detassazione dei fringe benefit è stata portata a 3000 euro per i lavoratori con figli minori a carico.
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