Chi controlla i beneficiari della Legge 104? E quanto frequenti ed efficaci sono gli accertamenti che vengono effettuati? Scopriamolo insieme.
Ebbene sì. Al netto di una diffusa credenza popolare riguardo alla grave carenza di controlli ed accertamenti da parte dello Stato nei confronti di cittadini beneficiari di sostegni e sussidi, almeno per quanto riguarda quelli relativi alle agevolazioni per i disabili possiamo non avere dubbi: i controlli non mancano e sono scrupolosi. Alcuni li considerano finanche severi.
Riguardano la Legge 104, la cosiddetta legge quadro introdotta nel 1992 per garantire il sostegno adeguato e necessario tanto al cittadino che soffre di disabilità invalidante quanto alla famiglia che se ne prende cura. E occorrono per garantire che la Legge venga tutelata. In altre parole, che chi ritiene di poterne abusare sfruttandola illegittimamente per altri scopi si ravveda senza dubbi né indugi.
Perché, in caso contrario, rischia davvero molto: a partire dalla revoca immediata di tutti i benefici, arrivando al licenziamento quando la truffa è legata anche alle prestazioni di lavoro, passando attraverso il risarcimento economico ed alla circostanza più pesante che interessa l’ambito penale, con pendenze particolarmente gravi come truffa, percezione indebita e false dichiarazioni. Ma entriamo ancor più nel dettaglio.
Le tipologie dei controlli e chi può effettuare gli accertamenti di regolarità o irregolarità
I tipi di controlli che vengono effettuati relativamente alla Legge 104 sono due: uno di tipo sanitario ed uno di tipo amministrativo. Quello di tipo sanitario ha lo scopo di accertare che l’invalidità del cittadino interessato sia effettivamente sussistente.
Se ne prende carico una commissione medico-legale della ASL di competenza territoriale e può condurre a tre diversi scenari: la conferma, con il mantenimento delle agevolazioni; la mancata conferma, con la cessazione dei permessi fino a quel momento ottenuti; e l’assenza ingiustificata, quando la persona disabile non si presenta alla visita senza avviso né la consegna entro 60 giorni dalla notifica di una motivazione. In questi casi, scatta immediatamente la revoca di tutti i benefici.
In ambito amministrativo, invece, i controlli possono essere eseguiti sia dall’INPS sia dal datore di lavoro, il quale è legittimato ad affidarsi anche ad agenzie private di investigazione. In caso le investigazioni conducano a prove evidenti di irregolarità, il datore di lavoro deve quindi segnalare l’abuso ai Carabinieri, mentre l’INPS procede con una segnalazione alla Procura della Repubblica.