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Se vuoi prendere una pensione altissima devi sfruttare questo trucco furbo sugli ultimi anni di lavoro

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Giuseppe F.

È possibile sfruttare gli ultimi anni di stipendio per ottenere una pensione più alta all’interno del sistema previdenziale attuale? Ecco come puntare a una pensione più alta.

Tantissimi lavoratori si angosciano pensando al calcolo della pensione, accorgendosi magari di essere destinati a un assegno previdenziale molto più basso dello stipendio. Si fa anche molta confusione rispetto ai vari sistemi previdenziali. C’è chi usufruisce di una pensione contributiva, chi retributiva e chi mista.

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In quest’ultimo caso, esistono a ogni modo alcune possibilità per garantirsi una pensione più alta sfruttando gli ultimi anni di lavoro. Nel sistema contributivo la pensione è calcolata in base al montante dei contributi, vale a dire alla somma dei contributi versati durante gli anni di lavoro. Questi contributi vengono però rivalutati al tasso di inflazione di ogni anno che passa tra quello di versamento e quello di pensionamento.

Dopo questo passaggio c’è la moltiplicazione per le percentuali fisse dei coefficienti di trasformazione. Si tratta di un metodo per far salire la pensione in maniera proporzionale all’età di uscita. Nel sistema retributivo, la pensione si basa invece sullo stipendio medio percepito dal lavoratore negli ultimi anni di carriera. In genere negli ultimi cinque o dieci anni.

Nel misto, succede che la pensione si ottenga da un calcolo per metà retributivo e l’altra metà retributivo. Per poter ottenere una pensione più alta è quindi doveroso verificare se ci siano contributi da riscattare o da validare antecedenti il 1996. In generale, arrivare ai diciotto anni di versamenti già al 31 dicembre 1995 favorisce l’assegno che si prenderà per la pensione.

Come far alzare l’assegno della pensione negli ultimi anni di lavoro

In passato, succedeva che il datore di lavoro aumentava lo stipendio del dipendente proprio negli ultimi anni lavorativi per aiutarlo a percepire una pensione più alta. Oggi cose del genere non sono più possibili, ma le retribuzioni restano comunque importanti per tutti e tre i sistemi pensionistici.

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Uno scatto professionale, con annesso aumento di stipendio, nell’ultimo quinquennio lavorativo, ha perciò ancora valore sul calcolo finale della pensione. E non bisogna perciò sottovalutare la possibilità di ottenere un aumento.

L’aliquota in vigore attualmente nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti INPS (FPLD) è pari al 33%. E questo significa che il lavoratore accumula il 33% dello stipendio mensile come contributi pensionistici. E più alto è lo stipendio, più contributi si versano. Far innalzare lo stipendio significa aumentare la contribuzione e quindi aumentare la pensione futura.

Per fortuna, quando lo stipendio si abbassa, ci sono strategie di salvaguardia. Quando infatti i contributi che finiscono nel montate, nel sistema fisso, l’INPS ammette la sterilizzazione dei contributi nel caso in cui questi producano un danno sull’importo futuro della pensione. Ecco quindi un modo per far alzare la pensione: il lavoratore può chiedere, in fase di liquidazione della pensione, di non considerare, con la neutralizzazione dei contributi dannosi, quelli che penalizzano l’importo.

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