L’INPS punta a intensificare il proprio lavoro di lotta al precariato giovanile: negli ultimi nesi sono nate molte iniziative a favore dei giovani disoccupati.
Attraverso nuovi modelli di apprendistato, agevolazioni per le assunzioni degli under 36 e un sistema di welfare per la formazione, l’Istituto nazionale della previdenza sociale intende favorire l’integrazione nel mondo del lavoro dei NEET (giovani che non studiano e non lavorano) e aiutare i ragazzi disoccupati a trovare una nuova professione. Non è facile, ma le misure messe in campo possono aiutare.
In Italia, i giovani hanno difficoltà a trovare stabilità economica, fiaccati dal precariato e dalla disoccupazione. Anche chi ha voglia di realizzarsi nel lavoro, rendersi autonomo a livello economico e uscire dalla casa genitoriale incontra molteplici difficoltà. Ciò vale anche per i giovani con un’istruzione d’eccellenza.
Ma l’INPS non se ne sta con le mani in mano, e per far capire quanto è stato fatto negli ultimi mesi, l’istituto ha voluto elencare tutte le misure che ha messo a disposizione dei ragazzi.
Si parte con le agevolazioni per contratti di apprendistato. Nella Legge di Bilancio 2022 sono state stanziate risorse per determinate tipologie di incentivi già in vigore, e per l’occupazione giovanile è stato confermato lo sgravio contributivo del 100% per tre anni a favore delle microimprese con meno di nove dipendenti per i contratti di apprendistato di primo livello sottoscritti da under 25.
Poi c’è il Bonus lavoro giovani. Per promuovere l’occupazione giovanile stabile per il biennio 2021-2022 è previsto l’esonero contributivo per i datori di lavoro privati per nuove assunzioni a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni. Si tratta quindi di una misura per trasformare i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato.
C’è una condizione: i giovani neoassunti non devono aver avuto alcun contratto di lavoro stabile né con l’azienda che li assume né con altre. L’esonero contributivo è previsto nella misura del 100%, per un periodo massimo di 36 mesi, con il limite di 6.000 euro all’anno. E sono escluse le pubbliche amministrazioni e le aziende del settore finanziario e assicurativo.
L’INPS ha favorito anche misure di welfare per la formazione post diploma. Tramite strumenti e iniziative dedicate, l’istituto ha deciso di garantire un adeguato supporto alla formazione di qualità. Ogni anno l’Istituto mette infatti a disposizione dei giovani, tramite bandi di concorso, l’accesso a contributi a copertura totale o parziale dei costi per la formazione.
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