Forme di pensione anticipata quali Ape Sociale, Quota 103 e Opzione Donna potrebbero esaurirsi nel 2023? Ecco qual è lo scenario attuale e cosa potrebbe fare il Governo
Il capitolo previdenziale è certamente quello che tiene maggiormente impegnato il Governo a traino Meloni. In particolar modo per quanto concerne la ricerca di fondi che possano consentire all’Esecutivo di prorogare misure che consentono a diverse categorie di lavoratori di ottenere la pensione anticipata o, in alternativa, un’indennità che li accompagni in attesa di ricevere il cedolino pensionistico.
Stiamo parlando, nello specifico, di Quota 103 ma anche di Opzione Donna e dell’Ape Sociale, e al momento non è chiaro in quale misura questi tre strumenti verranno inseriti nella Legge di Bilancio che dovrà essere presentata tra poco più di un paio di mesi.
Riforma delle pensioni, Ape Sociale e Opzione Donna resteranno o no nel 2024?
Ad oggi due dei quattro incontri tecnici tra l‘Osservatorio sui flussi previdenziali ed i sindacati, si sono svolti. L’obiettivo era quello di entrare nel merito di temi specifici per capire quali scelte il Governo dovrà operare. Nella fattispecie si è discusso di pensione di garanzia dei giovani e di flessibilità in uscita. Seguiranno altri due incontro su Opzione Donna e sulla previdenza complementare.
Si tratta sostanzialmente di tavoli di confronto dal momento che l’Osservatorio non può occuparsi di risorse da accantonare ed impegnare per determinati strumenti previdenziali. Le speranze sono riposte, dal punto di vista finanziario, nell’ottimo andamento della stagione turistica. Lato PIL la battuta d’arresto confermata nei giorni scorsi non offre invece segnali positivi.
Quali risorse dovrà allocare il Governo
Stando alle ipotesi legate a quanto trapelato da ambienti politici in queste settimane, è possibile che misure come Quota 103 e l’Ape Sociale possano essere riproposte, seppur sempre a scadenza, anche nel corso del 2024. Questo qualora vengano destinati alla previdenza 1 miliardo e mezzo circa. In questo modo la riforma complessiva verrà rimandata di un anno, al 2025.
Si tratterà dunque di interventi ponte, che potrebbero riguardare anche Opzione Donna, ad oggi disponibile solo per poche categorie di donne e che il prossimo anno potrebbe essere proposta ad un bacino di pubblico femminile più ampio. Qualora invece l’importo venisse portato a 3 miliardi si potrebbero effettuare interventi più strutturati anche sulla flessibilità in uscita. Al momento si tratta solo di ipotesi e per capire cosa il Governo intenda fare bisognerà attendere settembre inoltrato.