Dopo un 2022 da dimenticare, nel 2023 i fondi pensione hanno rendimenti più alti e convenienti. Forse è arrivato il momento di approfittarne.
I fondi pensione sono un diffusissimo strumento di risparmio di lungo periodo. La finalità principale di questi investimenti è l’integrazione pensionistica. Servono in pratica a colmare quel gap previdenziale che si viene sempre a creare tra pensione percepita e ultimo reddito ottenuto come lavoratori. Si aderisce quindi ai fondi pensione per poter avere più sicurezza economica in futuro. Il problema è che l’investimento non è sempre conveniente.
Molto dipende dai rendimenti. E nel 2022 la situazione è stata parecchio confusa. Parecchie varianti hanno pesato oggettivamente sui rendimenti dei fondi pensione. Innanzitutto la guerra in Ucraina, la conseguente crisi energetica e le conseguenze della pandemia. Poi hanno pesato anche il calo delle Borse, il crollo delle obbligazioni a causa del rialzo dei tassi di interesse nominali.
Secondo i dati della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP), il 2022 è stato un anno positivo per gli iscritti che sono saliti a 10,3 milioni (+5,8% rispetto al 2021). Ma a livello di rendimento, i fondi pensionistici hanno conosciuto una vera e propria annata nera: le sottoscrizioni con rendimento medio al 2,5% sono scese al 2,2%. Ciò significa che l’interesse è sceso di 0,3 punti percentuali.
Fondi pensioni: c’è un aumento nei rendimenti nel 2023
Nel 2023 qualcosa è cambiato e i rendimenti hanno mostrato un rialzo. L’aumento ha interessato anche il numero di iscritti, saliti ora a 9,4 milioni. E c’è stato un miglioramento oggettivo anche nella quantità di risorse a disposizione. Un sensibile incremento, in pratica, si è riscontrato in tutte le forme pensionistiche, variando dal 7,7% nei fondi negoziali, al 6,5 nei fondi aperti e al 3,1% nei PIP (piani individuali pensionistici di tipo assicurativo). Tutti i dati sono stati forniti dalla COVIP.
A giugno 2023 le “posizioni in essere” nelle forme pensionistiche complementari si sono fermata a 10,5 milioni. Cioè il 2% in più rispetto alla fine del 2022. Nel documento condivido dal COVIP si scopre che nei primi sei mesi del 2023 in tutte le tipologie di forme pensionistiche e di comparti hanno rivelato in media risultati positivi.
I rialzi, in particolare, sono avvenuti nelle gestioni con una maggiore esposizione azionaria, col recupero almeno parziale delle perdite in conto capitale rilevate nel 2022. Riguardo ai guadagni ci sono ovviamente delle variazioni. Ma quasi ovunque si regista un balzo in avanti. Per i fondi negoziali si ha un 6%. Poi sono del 7,2% e del 7,6% quelli di PIP e fondi “aperti”.
Più contenuti sono i rendimenti dei comparti obbligazionari e garantiti, dell’ordine in media dell’1-2%. Ma, in pratica, sembra comunque che questo sia il momento migliore per prendere in considerazione la sottoscrizione di un fondo pensione.