Con la riforma del Fisco potrebbero arrivare novità importanti su bonus e detrazioni, subordinate alle modifiche delle tasse e dell’IRPEF.
Conseguentemente alla revisione delle aliquote IRPEF (con riduzione da quattro a tre), potrebbe anche arrivare una rimodulazione delle detrazioni. Il Governo parla di nuovi meccanismi di calcolo delle detrazioni fiscali, sempre su base reddituale. L’esecutivo ha tranquillizzato i contribuenti annunciando che le misure interesseranno i redditi medio-bassi, mentre le opposizioni paventano novità a favore dei ceti agevolati.
Innanzitutto è abbastanza chiaro che la riforma non interesserà tutte le detrazioni. L’obiettivo è di rivedere questi abbuoni e scomputi abbassando al 19% la percentuale di sgravio, ma sempre all’interno di una revisione delle fasce di reddito per accedere alle misure.
Le progressive riduzioni delle detrazioni per i redditi tra i 120.000 e i 240.000 euro, fino all’azzeramento totale delle detrazioni, potrebbero essere in effetti allargate. Ma a eccezione delle spese sanitarie. La Lega punta a una detrazione forfettizzata in base al reddito percepito: chi guadagna meno potrebbe, in questo senso, ottenere sconti maggiori.
FdI punta invece a raggruppare in un’unica detrazione o bonus tutte le detrazioni previste per le singole voci, sull’esempio dell’Assegno unico per figli. Ovvero il bonus che ha sostituito e raggruppato tutte le misure e gli aiuti prima in vigore per famiglie con figli.
L’idea di una sola detrazione rimodulata in base all’ISEE o al nuovo quoziente familiare potrebbe dunque riguardare anche l’invalidità, interessando i beneficiari della Legge 104. Lo stesso potrebbe accadere per tutte agevolazioni oggi previste per lavori edilizi al posto dei diversi e tanti bonus casa oggi in vigore.
In generale, il Governo lavora a delle misure chiave, ancora in via di definizione. Si partirà con la riorganizzazione delle detrazioni e delle deduzioni in base alle loro finalità. Poi, l’esecutivo potrebbe concentrarsi sulla possibilità di consentire la deduzione dal reddito di lavoro dipendente e assimilato, anche in misura forfettizzata, delle spese sostenute per la produzione dello stesso.
Si parla anche per la possibilità, per tutti i contribuenti, di dedurre i contributi previdenziali obbligatori in sede di determinazione del reddito di categoria. Ciò consentirebbe in caso di incapienza di dedurre l’eccedenza dal reddito complessivo. Infine c’è il nodo dell’inclusione nel reddito complessivo, rilevante ai fini della spettanza di detrazioni, anche di natura non tributaria, dei redditi assoggettati a imposte sostitutive e a ritenute alla fonte a titolo di imposta sul reddito delle persone fisiche.
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