Cambiano le regole riguardo il pignoramento del conto corrente. Vediamo insieme a cosa bisogna fare attenzione.
Il Governo ha approvato due importanti novità riguardo il pignoramento del conto corrente: novità che renderanno la vita molto più difficile ai debitori. In questo articolo vi spieghiamo tutto nei dettagli.
Fino ad oggi il pignoramento aveva determinate regole che, spesso, rendevano un po’ troppo lunga la procedura di recupero dei crediti. Il Governo Meloni – che non intende cedere un millimetro di terreno agli evasori – ha deciso di procedere spedito su questo fronte e ha introdotto due novità che cambiano davvero tutto. L’obiettivo è contrastare l’evasione fiscale in tutti i modi e queste due modifiche, di certo, renderanno molto più difficile la vita a chi pensava di poterla fare franca con il Fisco.
Pignoramento del conto corrente: ecco cosa cambia
Nella vita ci sono poche certezze ma una di queste è che le tasse vanno pagate e i debiti saldati. Chi, fino ad oggi, in un modo o in un altro è riuscito a farla franca, d’ora in avanti non avrà vie di fuga. Vediamo le novità introdotte dall’Esecutivo e a cosa fare attenzione.
La prima modifica riguarda il pignoramento del conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate. Non ci sarà più bisogno dell’autorizzazione di un giudice: in caso di debiti con il Fisco il conto corrente potrà venire pignorato in qualunque momento. Sono esclusi dal pignoramento automatico le assicurazioni sulla vita o gli assegni per invalidità o accompagnamento: in questi casi l’Agenzia delle Entrate dovrà ancora chiedere l’autorizzazione ad un giudice.
Altra novità che farà tremare molti: saltano i limiti fissati per il pignoramento sugli stipendi e le polizze vita. Ad oggi, secondo le vigenti norme, è impignorabile una cifra che corrisponde al doppio dell’Assegno sociale. L’importo di quest’ultimo cambia ogni anno, per il 2023 è stato fissato a 503,27 euro. Dunque la cifra impignorabile, ad oggi, è pari a 1014,54 euro. Inoltre stipendi e pensioni possono essere pignorati solo per un quinto. Da ora in avanti non sarà più cosi e questi limiti non ci saranno più: lo stipendio potrà essere pignorato per intero.
Tuttavia questa novità riguarda solo alcuni casi. Potrà essere pignorato lo stipendio per intero solo se una persona ha anche altre entrate derivanti, ad esempio, di appartamenti o terreni messi in affitto. Il pignoramento dello stipendio senza limiti e per intero può scattare anche nei confronti dei lavoratori con contratti di lavoro parasubordinati. Sono escluse dal pignoramento le polizze sulla vita di carattere previdenziale in quanto esse riguardano anche la sicurezza economica dei figli o di altri familiari che una persona intende tutelare assicurando loro una rendita futura. Se la polizza, invece, non è di carattere previdenziale, può essere pignorata al pari dello stipendio.