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I soldi ricevuti in vita rientrano nel calcolo dell’eredità? Attenzione alle leggi 2023

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Daniele Orlandi

Avete ricevuto dei soldi prima dell’eredita di una persona venuta a mancare? Cerchiamo di capire se anche queste somme rientrano nel calcolo dell’eredità o meno.

Quando si ricevono somme di denaro sotto forma di donazioni (e non solo), è importante prestare attenzione a cosa la legge prevede nelle specifiche casistiche. Quella che andiamo ad analizzare è molto particolare perché è legata al fatto che tali importi siano stati ricevuti da una persona in seguito venuta a mancare e, dunque, prima della sua eredità.

donazione in vita, è parte dell'eredità del defunto?
Una donazione dovrà diventare parte dell’eredità se il donante viene a mancare? (ilovetrading.it)

Anzitutto ricordiamo che se una persona che viene a mancare e che dunque lascia un’eredità ha donato a parenti prossimi dei beni ed essi accettano l’eredità, sussiste l’obbligo della collazione. Si tratta di un dover rimettere quanto ricevuto sotto forma di donazione nell’insieme dei beni in eredità.

Donazione in vita, rientra nell’eredità? Cosa prevede la legge

I motivi legati alla donazione sono molteplici: può essere fatta ad esempio per fornire un sostegno economico ai figli o per proteggere il coniuge, ma anche per preparare il proprio patrimonio o per premiare una persona vicina. Si tratta di situazioni nelle quali lo strumento della donazione di denaro ma anche di beni immobili o veicoli, si rivela di grande utilità. Ma dal punto di vista normativo la donazione ricevuta in vita andrà considerata come parte dell’eredità? Non è una questione semplice perché potrebbe generare incomprensioni e controversie tra gli eredi.

quali sono i motivi legati alla donazione
Cos’è la collazione e in che misura vi rientra la donazione (ilovetrading.it)

Con donazione si fa riferimento all’atto di trasferimento della proprietà di un bene o di un importo economico ad un’altra persona. Chiaramente deve essere effettuata senza alcuna costrizione e senza che vi sia nulla a pretendere in cambio, affinché possa essere considerata giuridicamente valida. Nel caso in cui i parenti prossimi decidano successivamente di accettare l’eredità dovranno dunque rimettere quanto ricevuto sotto forma di donazione nel quantitativo totale dei beni lasciati in eredità.

In base alle leggi l’eredità andrà poi distribuita in base al grado di parentela. Per fare un esempio, se il genitore ha donato un immobile ad uno dei tre figli, ecco che allora entrerà in gioco la collazione: le donazioni fatte in vita dal defunto verranno cioè inserite nella successione, allo scopo di evitare disparità tra gli eredi.

Quando si può mantenere la proprietà della donazione

Dalla collazione sono però escluse le spese di educazione, mantenimento, quelle per malattia o per l’acquisto di abbigliamento, gli importi a copertura delle nozze o erogati in alcune occasioni come il compleanno ed il Natale. Il donante non è tenuto alla collazione e non deve dunque conferire nell’eredità la donazione, solo nel caso in cui nell’atto di donazione venga chiaramente espresso che essa è stata effettuata in conto di legittima con dispensa dalla collazione.

Se invece l’erede che ha ricevuto la donazione in vita decide, alla morte del donante, di rinunciare all’eredità, potrà trattenere la donazione. A meno che non risulti violata la legittima che spetta agli altri eredi e sia necessario, al fine di ricostruire la legittima stessa, ridurre donazioni e disposizioni testamentarie. In questo caso la donazione potrà essere ridotta.

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