Scattano le indagini sui conti cointestati. Ecco chi sta cercando il Fisco, fate attenzione – potrebbero cercare proprio voi.
La stragrande maggioranza degli italiani è ormai in possesso di un conto corrente. Questa base dell’economia moderna è il fulcro della nostra gestione del denaro al giorno d’oggi, dal ricevere lo stipendio allo gestire carte di credito o debito. Aiuta la semplicità con cui è possibile inviare un pagamento su un codice bancario, grazie alla presenza del codice IBAN. Insomma, i conti correnti hanno enormemente semplificato la gestione del denaro, permettendo di gestire i soldi in maniera pratica.
Uno di questi vantaggi è quello di poter aprire un conto cointestato con un’altra persona, mettendo direttamente su un unico conto gli introiti di entrambe le parti. Ma attenzione: se avete un conto cointestato dovete fare molta attenzione, pena attirare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate.
In effetti, il conto corrente cointestato è un conto in cui i titolari sono due o più persone. I correntisti possono quindi gestire le risorse, dal ritirare i soldi a effettuare bonifici, in maniera uguale e in divisone equa – in caso di conto di due persone, per esempio, ognuno avrà il 50% delle quote. In genere questo tipo di conto è aperto da marito e moglie, ma anche nel caso di coppia ogni operazione sarà monitorata attentamente dall’Agenzia delle entrate, che controllerà i rapporti bancari e le operazioni effettuate.
Conto cointestato: i controlli del Fisco
Nello specifico, l’Agenzia delle Entrate ricostruirà tutti i redditi imponibili dei titolari del conto. Il Fisco scoprirà sempre i redditi imponibili non dichiarati. Molte persone pensano che cointestare il conto li salvi da questi controlli, ma questo è assolutamente sbagliato. L’Agenzia può, infatti, imputare tutti i soldi e le operazioni non consentite sul conto al contribuente verificato. I rapporti familiari ravvicinati non allontaneranno i sospetti, anzi – il Fisco diventerà ancora più sospettoso, cercando movimenti sospetti e illeciti con più attenzione.
Per difendersi, il correntista può dimostrare con prove concrete che i soldi versati sul conto cointestato facciano riferimento a redditi già dichiarati, e che non sono soldi ricevuti in nero o di altre provenienze sospette. Se l’imposta è già stata scontata sarà quindi tutto in regola, ma sono necessarie prove tangibili. Solo in questo modo si resterà al riparo dai controlli del Fisco, che non esiterà a imporre gravi sanzioni altrimenti.