Arriva il bonus rubinetti per le spese effettuate nel 2023. Ecco tutto ciò che devi sapere se hai intenzione di usufruirne.
L’acqua è una delle necessità basilari della nostra vita quotidiana, e ci sono molti modi in cui possiamo migliorare i nostri rubinetti per offrire acqua di qualità migliore, che sia per raffreddamento, filtraggio o altri motivi. Buone notizie su questo fronte: il bonus rubinetti, anche noto come bonus acqua potabile, è ancora attivo dal 2021 e ci permetterà di risparmiare sul processo di installazione dei nuovi sistemi.
Il bonus è, in termini pratici, un credito d’imposta riconosciuto davanti a spese per l’acquisto e installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione e raffreddamento. Insomma, sistemi il cui scopo è migliorare la qualità dell’acqua in uscita dal rubinetto per il consumo umano. La buona notizia è che possono accederci praticamente tutti: è utilizzabile dai non titolari di partita IVA, esercenti di attività d’impresa, arti e professioni ed enti non commerciali, compresi tutti gli enti del Terzo settore e quelli religiosi riconosciuti a livello civile. In pratica è accessibile da davvero chiunque.
Bonus rubinetti: come ottenerlo
Il bonus rubinetti è accessibile entro un limite massimo di spesa di 1.000 euro per ciascun immobile e 5.000 euro per gli immobili adibiti ad attività commerciali o istituzionali, esercenti attività d’impresa, arti e professioni ed enti non commerciali. L’esatta misura del credito è stabilita dall’Agenzia delle Entrate in base al rapporto tra le spese presentate e le risorse disponibili. Per esempio, nel 2022, il bonus rubinetti di ciascun richiedente ammesso è stato pari al 17,9% della spesa sostenuta.
Importante notare che il riconoscimento del bonus non è un processo automatico, e andrà presentata la comunicazione delle spese sostenute per riceverlo. Questa andrà inviata all’Agenzia delle Entrate tra il 1° febbraio e il 28 febbraio 2024, o dell’anno successivo alle spese effettuate nel caso queste spese non vengano effettuate nel 2023. Come nell’anno precedente, l’Agenzia delle Entrate determinerà la percentuale di credito d’imposta basandosi sul rapporto tra comunicazioni ricevute e risorse disponibili.
Il pagamento deve derivare da uno strumento tracciabile, quindi non è possibile pagare in contanti. Il bonus, una volta riconosciuto, si può inserire in compensazione nel modello F24. Ricordiamo che solo i soggetti non titolari di partita IVA possono usarlo nella dichiarazione dei redditi nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di sostenimento per le spese agevolabili.