Si parla da giorni di un bonus da 200 euro per tutti o per buona parte dei contribuenti italiani: scopriamo cosa c’è da sapere.
Il bonus 200 euro in busta paga, promosso dal Governo Meloni, esiste davvero ma è dedicato a tutti? E soprattutto esprime un aiuto concreto a chi ne avrebbe più bisogno? Abbiamo a che fare con un taglio del cuneo fiscale, uno sconto parziale che renderà gli stipendi relativamente più ricchi.
Insomma, anche se si chiama bonus 200 euro, il riferimento economico è improprio: lo sgravio contributivo darà origine a un guadagno rispondente a cifre che sono molto lontane da quelle raccontate. Il bonus è quindi atipico per più ragioni.
Innanzitutto non dà diritto a un guadagno o a un aiuto concreto, ma offre uno sconto, derivato dall’effetto del taglio parziale dei contributi. Un taglio che secondo le stime del Governo potrebbe portare nelle buste paga degli italiani sino a 200 euro in più totali nei prossimi mesi.
Previsto dal Decreto Lavoro, il taglio inciderà sulla quota di contributi a carico dei lavoratori dipendenti. In questo modo aumenterà relativamente l’importo che si troveranno sulla busta paga. Si parla di un esonero sino al 7% per i lavoratori con una retribuzione non superiore a circa 25.000 euro annui comprensivi di tredicesima. Per i redditi sino ai 35.000 euro, invece, il taglio sarà pari al 6%.
A chi spetta il bonus 200 euro?
A fare un po’ di chiarezza sulla situazione è intervenuta già qualche mese fa l’INPS, con il messaggio numero 1932 del 24 maggio. Nella comunicazione l’INPS dichiarava che per i periodi di paga dal primo luglio 2023 al 31 dicembre 2023 l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, sarebbe stato incrementato di 4 punti percentuali, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima.
I soggetti beneficiari del bonus previsto dalla Legge di Bilancio 2023 (modificato dal Decreto Lavoro) sono tutti i lavoratori dipendenti, compresi i lavoratori in stato di apprendistato. Non è però compresa la categoria dei lavoratori domestici.
Come spiegato dall’INPS l’esonerò contributivo sarà di 6 punti percentuali, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro. Toccherà invece i 7 punti con retribuzione imponibile sotto i 1.923 euro. Quindi, i dipendenti con reddito fino a 1.500 euro, otterranno un bonus in busta paga assai più povero dei citati 200 euro. Il guadagno, nel caso citato, sarà di circa 60 euro mensili.