Nonostante gli sconti fiscali ci sono alcune tasse che aumentano. Queste possono vanificare l’aumento degli stipendi.
Le novità in materia fiscale sono quelle più pesanti tra le misure portate dal Governo Meloni nel 2023. Per quanto ci siano molti aspetti positivi per famiglie e imprese, ci saranno altri che dovranno pagare di più. Vediamo la nuova legge fiscale per le tasse fisse.
Il Governo Meloni dal momento del suo insediamento ha sempre tenuto in grande considerazione il tema delle tasse. L’obiettivo dichiarato è quello di fare in modo che gli italiani possano pagare un quantitativo minore di tasse, ma al tempo stesso che tutti le paghino. In questo modo si vorrebbe evitare l’evasione fiscale e dunque la perdita di introiti da parte dello Stato. Una delle misure più importanti, che dovrebbe vedere la luce con la legge fiscale di novembre, sarebbe quella relativa alle tasse fisse per 2 anni che dovranno pagare imprese e partite iva.
La legge fiscale dovrebbe contenere diverse misure tra cui la rateizzazione degli acconti di novembre per gli autonomi, la cancellazione dell’IRAP, le novità per le ritenute d’acconto e i nuovi incentivi per le imprese. Si tratta di una misura che secondo il viceministro dell’Economia Maurizio Leo incentiverebbe gli imprenditori a pagare le tasse visto che sarebbero più convenienti.
Tasse fisse per 2 anni, ecco chi ci guadagna
Il ragionamento dietro a questa misura è quello di permettere alle imprese e alle partite iva di conoscere con largo anticipo l’ammontare delle tasse che dovranno pagare nei successivi 2 anni. Invece che essere proporzionali ai guadagni dell’anno in corso le tasse saranno fisse per tutto il tempo previsto. Questo è un enorme vantaggio per le imprese e le partite iva che finiscono per guadagnare di più rispetto agli anni precedenti, visto che potranno pagare meno tasse rispetto a quanto avrebbero pagato normalmente.
Allo stesso tempo, però, se un’impresa finisce per guadagnare meno ci sarà il problema di dover pagare più tasse rispetto al normale. Il tutto si basa sul concordato preventivo biennale, ovvero un accordo preso anzitempo sulle tasse che il contribuente si impegna a pagare per i successivi 2 anni. Il calcolo delle tasse da pagare verrebbe fatto dall’Agenzia delle Entrate in base ai dati in suo possesso sul singolo contribuente.
La responsabilità dei contribuenti
Concordando preventivamente il quantitativo di tasse da pagare, si cerca di attribuire maggiori responsabilità ai contribuenti. In questo modo questi saranno maggiormente portati a pagare quanto concordato preventivamente al netto di guadagni maggiori. La possibilità sarebbe limitata a imprenditori con piccole e medie imprese, lavoratori autonomi e professionisti a partita iva, che sono le categorie per cui l’aspetto fiscale è sempre problematico a causa della mancanza di nuove misure.