Esiste una particolare procedura per compare una casa pignorata dall’Agenzia delle Entrate. Chi può parteciparvi?
Attenzione ad avere debiti con il Fisco, perché si rischia di perdere la casa di proprietà.
L’Agente di Riscossione, infatti, può sottrarre gli immobili e consentire che questi finiscano all’asta.
Come si può acquistare una casa finita all’asta per debiti con il Fisco? Innanzitutto, non è possibile espropriare un immobile se si tratta della sola proprietà del contribuente, se ha uso abitativo e se funge da residenza.
In tutti gli altri casi, se il debito supera i 120 mila euro, il Fisco ha il potere di pignorare la casa, procedendo alla preventiva iscrizione di ipoteca e, dopo 6 mesi, all’esecuzione.
L’Agente di Riscossione ha il dovere di notificare al proprietario una comunicazione recante l’avvertimento che, in caso di mancato pagamento di quanto dovuto entro 30 giorni, si procederà con l’iscrizione dell’ipoteca.
L’espropriazione immobiliare comincia con il pignoramento, tramite la trascrizione di un determinato avviso. Entro 5 giorni, tale avviso viene notificato al debitore.
Inoltre, nei 20 giorni precedenti al primo incanto, l’avviso di vendita viene pubblicato presso la Cancelleria del giudice dell’esecuzione e nell’albo del Comune in cui si trova l’immobile pignorato. Entro tale termine, infine, la comunicazione viene diffusa sul portale web dell’Agente di Riscossione.
Comprare una casa all’asta: i passaggi per concludere ottimi affari
Tutti possono presentare un’offerta per compare un immobile all’asta, tranne il debitore e altri soggetti individuati dalla normativa.
Affinché l’offerta sia valida, è necessario che sia formulata sulla base del Modello pubblicato dall’Agente di Riscossione nell’avviso di vendita e che venga inviata alla sede dell’Ufficio competente entro l’ora e il giorno stabiliti.
Gli interessati, inoltre, sono tenuti a depositare una cauzione pari, per ciascun incanto, al 10% del prezzo base. Tale somma va versata attraverso assegno circolare non trasferibile.
Se la vendita non si conclude al primo incanto a causa della carenza di offerte valide, si prosegue con un secondo incanto (nella data stabilita dall’avviso) e con un prezzo base minore di 1/3 rispetto a quello antecedente.
Se l’operazione non viene finalizzata neanche al secondo incanto, l’Agente di Riscossione organizza un terzo incanto, con una cifra base inferiore di 1/3 rispetto a quella precedente.
Nel caso in cui la vendita sfumi anche al terzo incanto, il Fisco ha 10 giorni di tempo per chiedere al giudice dell’esecuzione l’assegnazione della casa allo Stato, con il prezzo base fissato per il terzo incanto.
In ogni caso, l’immobile se lo aggiudica il migliore offerente, che ha il compito di corrispondere il prezzo fissato e gli ulteriori oneri fiscali (come l’IVA o l’imposta di registro o quella ipotecaria) entro e non oltre 30 giorni dall’aggiudicazione.