Nei giorni della crisi energetica, con lo scoppio della Guerra in Ucraina, il pellet ha raggiunto prezzi vertiginosi: la situazione è cambiata.
Il prezzo del pellet (combustibile ricavato dal legno vergine o dagli scarti di lavorazione usato per il riscaldamento) è in forte calo. Chi lo acquista adesso può risparmiare quasi la metà. Come mai? Si parla di un calo del prezzo superiore al 40%…
Sì, è estate, fa caldissimo, e fa un po’ strano pensare al riscaldamento. Ma chi ha intenzione di risparmiare lo sta di certo già facendo, provvendendo ad accaparrarsi scorte di pellet, ora che il materiale costa pochissimo.
Il 2022 è stato l’anno di boom di questo biocombustibile. Anche se il prezzo del materiale è schizzato alle stelle, riscaldarsi con stufe e impianti a pellet è risultato più conveniente rispetto a scegliere il gas e altri combustibili. Ecco perché il legno pressato è stato il combustibile da riscaldamento più usato dagli italiani.
Nel 2023 il suo consumo potrebbe crescere ancora, per via del suo prezzo in netto calo. Il risparmio si deve a vari fattori, primo fra tutti l’assenza di IVA sul prodotto, dopo che il Governo ha introdotto varie agevolazioni per poter favorire il consumo di questo combustibile. Anni fa, un sacchetto di pellet da 15 chili costava massimo 4 euro. Nel 2022 il prezzo è schizzato fino ai 15 euro. Ora costa intorno ai 6-7 euro in media.
Pellet: comprandolo ora si risparmia, ecco il motivo
Gli impianti a pellet piacciono molto: sono sicuri e hanno un’ottima resa anche in ambienti molto grandi. Ma sia che si tratti di piccole stufe o di grandi impianti, a fare la differenza è il prezzo. E dato che l’Italia è uno dei maggiori produttori e consumatori al mondo di questo combustibile, storicamente nel nostro Paese la crisi del prezzo è stata particolamente avvertita.
La materia prima non viene dall’Italia. Il nostro Paese acquista il legno o gli scarti lignei dall’Austria, dalla Slovaccia, dalla Repubblica Ceca e, fino a non molto tempo fa, dall’Ucraina. Il mercato è impazzito proprio con la crisi energetica che è seguita allo scoppio della Guerra fra Russia e Ucraina. Così il prezzo del pellet è passato da 4 euro a 10 euro, fino a toccare i 15 euro.
E ora? La quota è stabile a 6,19 euro per un sacco da 15 chili. Anche grazie alla ripresa delle esportazioni da parte dell’Ucraina. A questo punto si può dire che l’allerta prezzi è del tutto rientrata. Il combustibile è tornato quasi ai livelli della primavera del 2022. Con l’autunno e l’inverno, però, il prezzo potrebbe di nuovo salire.
Quindi il consiglio è di acquistare il biocombustibile nel periodo estivo, che è da sempre quello più competitivo, per evitare gli aumenti, sempre fisiologici, determinati dalla stagione termica.
Bisogna però fare attenzione alle truffe. Quindi prima di acquistare è meglio informarsi sui fornitori e ottenere assicurazioni sulle certificazioni. Il pellet deve rispettare alcuni standard internazionali come ENplus A1 o A2 codici che certifichino il contenuto di umidità, il potere di calore, la densità e la percentuale di combustibile contenuto.