I contributi figurativi sono utili per poter far alzare l’assegno di invalidità? Ecco cosa stabilisce la normativa più aggiornata
I dipendenti che non hanno subito interruzioni nel rapporto lavorativo potrebbero avere poca familiarità con il concetto dei contributi figurativi. Questi contributi figurativi rappresentano una particolare tipologia di contribuzione riconosciuta ai lavoratori, senza oneri a carico (né per il lavoratore stesso e né per il datore di lavoro).
In pratica sono contributi che vengono riconosciuti senza alcun versamento effettivo a carico del dipendente, quindi senza la necessità da parte del lavoratore di dover contribuire attivamente in termini economici. Va da sé che tali contributi siano molto utili ai fini del diritto alla pensione, dato che si sommano ai contributi obbligatori, volontari o riscattati.
E, in alcuni casi, concorrono al calcolo dell’importo dell’assegno. La regola generale è che quando il lavoratore è impossibilitato a svolgere un’attività lavorativa a causa di malattia, per disoccupazione, cassa integrazione, o perché è in maternità, il periodo non attivo può essere coperto da contribuzione figurativa.
Contributi figurativi, come concorrono all’ammontare dell’assegno di invalidità
L’accredito si riferisce dunque esclusivamente ad alcuni momenti particolari del percorso lavorativo di un dipendente. Momenti definiti con precisione dalla normativa. I contributi figurativi vengono, in genere, accreditati su richiesta del diretto interessato, cioè del lavoratore dipendente, in occasione della domanda di pensione.
Di fatto non esistono termini di scadenza. In altri casi, invece, si procede all’accredito d’ufficio. E cosa succede nel caso dell’assegno ordinario di invalidità? Nel caso dell’assegno di invalidità (AOI), l’articolo 1, comma 6 della legge numero 222 del 1984 considera utili, ai fini del godimento della prestazione, i periodi in cui non sia stata svolta alcuna attività lavorativa.
Ovviamente chi percepisce l’assegno ordinario di invalidità può anche svolgere un’attività lavorativa, che dà sempre diritto alla maturazione di contributi obbligatori utili ai fini previdenziali. E, per logica, non è possibile godere di contributi figurativi mentre si presta attività lavorativa (quel periodo sarà coperto da contribuzione obbligatoria).
Quindi i contributi figurativi con l’assegno ordinario di invalidità sono utili soltanto per il diritto alla pensione, perché concorrono al calcolo degli anni di contributi accumulati nel corso della vita lavorativa. In generale, non sono utili a determinare l’importo della pensione. Questo perché il valore dell’assegno sarà calcolato solo sui contributi obbligatori versati dal lavoratore, senza includere la contribuzione figurativa.
I contributi figurativi sono riconosciuti in sede di pensionamento soltanto a chi accede alla pensione di vecchiaia. L’AOI si trasforma al compimento dell’età pensionabile (attualmente 67 anni), e non per accedere a una delle formule anticipate, come la Fornero o Quota 103 o la possibile Quota 41.